I Lepidotteri, detti comunemente farfalle, sono un gruppo di Insetti molto conosciuto e apprezzato dalle persone per la loro bellezza (anche se la maggior parte sono piccole e poco colorate). Ma sono anche fondamentali a livello ecologico, tanto da essere al centro di numerosi studi scientifici perchè ottimi indicatori ecologici dello stato di salute di un ambiente, e importanti per gli studi di diversificazione genetica e sui cambiamenti climatici. Sono molto legate al territorio: dipendono infatti da determinate piante nutrici (che danno cioè nutrimento ai bruchi), più o meno diffuse o localizzate. Le specie più comuni sono in grado di sfruttarne un ampio spettro o le piante più diffuse; al contrario le specie che sfruttano poche piante nutrici o essenze rare saranno meno diffuse. Perciò i cambiamenti a livello di vegetazione portano importanti modifiche anche della popolazione di lepidotteri, oltre che di altri insetti.
Il loro riconoscimento é spesso problematico: molte sono facilmente identificabili ma in molti casi è addirittura necessario osservare l’apparato genitale per determinarle. In ogni caso per distinguere le varie specie si devono osservare principalmente i disegni sulle quattro ali, sia sulla faccia superiore che inferiore. Queste sono molto particolari poiché costituite di piccolissime scaglie pigmentate.
Le farfalle hanno un ciclo vitale complesso che prende il nome di metamorfosi, composto di quattro fasi ben distinte. L’adulto depone una le uova sulle piante nutrici: queste possono schiudersi dopo pochi giorni o diversi mesi. Dalle uova nascono le larve (bruchi) che si nutriranno delle piante su cui sono nate, crescendo e mutando più volte la pelle. Il bruco si trasformetà in pupa, detta anche crisalide, lo stadio in cui spesso svernano. Questa fase è la più delicata, in quanto l’animale non si muoverà fino alla trasformazione finale, quella che lo porterà allo stadio adulto, quando sarà in grado di volare, chiamato imago. Le farfalle possono avere una sola generazione annua oppure più generazioni.
La loro vita è abbastanza breve: la maggior parte vive pochi giorni mentre solo poche specie arrivano a meno di un anno; la durata media è di un mese. Molte tra le specie più longeve sono in grado di migrare: la migratrice più famosa al mondo è sicuramente la Monarca (Danaus plexippus), specie americana che si sposta in spettacolari stormi di migliaia di individui. In Europa le specie migratrici più diffuse sono le Vanesse.
Daniele Capello