Finestrini posteriori, perché non si abbassano completamente? Non è come credi: assurdo
I finestrini delle autovetture sono parte integrante delle auto nel nostro immaginario, da non poter immaginare un’auto che ne sia sprovvista.
Eppure quando l’auto è stata creata i finestrini, non erano stati progettati. Le prime auto con i finestrini risalgono solo al 1921, e hanno riguardato sia la parte anteriore che quella posteriore. I vetri hanno la funzione di aumentare la nostra sicurezza, visto che ci riparano dagli oggetti esterni, ed anche dagli agenti atmosferici che incontriamo durante la marcia.
Finestrini, sempre un po’ gli stessi ma mai uguali.
I finestrini nella loro storia sono sempre cambiati, adattandosi come detto alla tecnologia del tempo. Si è così passati da quelli che si aprono verso l’esterno, con un’inclinazione molto limitata, a quelli che si abbassano in senso verticale. Eppure a non cambiare mai è la differenza però tra quello anteriore e quello posteriore. Quello anteriore scende sempre fino in fondo, senza creare problemi, mentre quello posteriore persiste ad una certa altezza.
Infatti mentre la parte anteriore risulta lineare, quella posteriore dell’auto non è regolare. Questo è dovuto alla presenza, per la parte posteriore, nella sua zona inferiore, della ruota che accoglie creando una forma ad arco. Questa forma è dovuta al fatto; quindi, la carrozzeria ha bisogno di quella piega. Lo sportello posteriore dunque, ovvero dove si regge il vetro, non può far arrivare fino in fondo il vetro, altrimenti sbatterebbe con il passaruota, motivo per cui una parte resterà sempre su.
Le nuove auto tendono sempre più ad obliterare questa antica distinzione tra finestrini anteriori e posteriori.
di Marino Ceci