La provincia di Asti, in Piemonte, è una terra ricca di testimonianze fossili della preistoria. Fino al Pliocene infatti (3 milioni e mezzo di anni fa) la zona era completamente sommersa in quanto la pianura padana era in realtà un grande mare. Quando questo si è ritirato, l’intera zona padana è emersa e si è ricoperta di vegetazione ma sotto il suolo sono rimasti numerosi resti fossilizzatisi nel tempo tra gli strati sabbiosi che si andavano sedimentando.
Così alcune zone, in particolare quelle dell’astigiano sono ricche di fossili di animali marini, testimoni eterni di una biodiversità preistorica ormai perlopiù estinta. Non poteva che nascere qui un Parco Paleontologico di grande importanza, legato indissolubilmente al Museo Paleontologico di Asti, che raccoglie i reperti più importanti di quell’epoca. tra cui la Balenottera Tersilia e il Delfino di Settime.
Sono due i percorsi accessibili per visitare il parco, entrambi all’interno della Riserva naturale di Valle Andona, Valle Botto e Valle Grande. Il primo, fruibile solo tramite prenotazione e visita guidata, si dipana lungo la Valle Botto, dove è presente un’area attrezzata con affioramenti visibili ma anche un bosco dall’alto valore naturalistico; l’esperienza comprende anche la visita al Museo. Il secondo percorso invece è di libero accesso ed è un anello che permette di visitare nel giro di un paio di ore la Valle Andona. In queste passeggiate sono soprattutto gli affioramenti di conchiglie fossili a raccontarci come era il mondo milioni di anni fa.
Per approfondire:
Daniele Capello