il papiro egiziano è una pianta palustre perenne appartenente alla famiglia Cyperaceae. E’ noto soprattutto perché da esso si ricava una superficie su cui si può scrivere chiamata papiro, proprio per questo uso è una delle piante più conosciute nella storia.
La sua presenza secoli fa era strettamente connessa alle zone più umide del delta del Nilo ed era una pianta che simboleggiava la rinascita e la rigenerazione del mondo.
Il termine nell’antico egiziano significava figlio di re.
Essa si presenta come una canna di palude i cui fusti hanno un’altezza che varia tra i due e i cinque metri, si presentano senza foglie e sono abbastanza sottili e di colore verde scuro.
All’apice di ogni fusto sono presenti delle foglie modificate che accompagnano le infiorescenze che invece si presentano di carattere ombrelliforme, al cui interno sono presenti spighe color paglierino che hanno all’interno dei frutti secchi chiamati acheni, di forma allungata.
Il suo periodo di fioritura va da luglio a settembre.
Perché il papiro attecchisca ha bisogno di un terreno che sia soffice, profondo, poroso, drenante, umido e fertile.
Ama essere raggiunto dai raggi solari ma non essere esposto alla luce diretta del sole.
Ad oggi è usato soprattutto come pianta ornamentale ma in passato quando veniva usato come superficie scrittoria questa si otteneva incollando svariati strati di strisce di midollo che venivano poi fatti essiccare fino a raggiungere la consistenza desiderata per poterci scrivere sopra.