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Ambiente & Società Lavoro & Economia

Il nuovo condominio solidale che aprirà le porte alle donne

Alloggi, percorsi formativi e progetti di vita per chi vuole ripartire 

“A Ziano le donne vittime di violenza potranno riprogettare il proprio futuro, grazie al condominio solidale “Casa Alba””. Così scrive PiacenzaSera.it a proposito della struttura di nuova generazione voluta dalla Fondazione Giulia e Umberto Chiappini Ets. Il comune piacentino si trova nella Val Tidone, e l’obiettivo è quello di far partire l’attività nel 2025. Il target a cui le nuove soluzioni abitative si rivolgono è quello delle donne vittime di violenza, ma anche donne alle prese con certe fragilità personali.

In entrambi i casi il condominio, il cui solo nome lascia già presagire l’approssimarsi dell’alba di un nuovo giorno, segnerà una linea di svolta nella vita delle “ospiti”. La fondazione che sta alla base del progetto, riferisce la stampa locale, “è nata proprio con l’obiettivo di promuovere iniziative nel settore dell’assistenza sociale con particolare attenzione alle donne con bambini in stato di bisogno d’alloggio e di sostegno”. Ed ovviamente il primo passo è proprio quello di mettere a disposizione un immobile che, nel caso di specie, si compone di mini appartamenti e spazi comuni da destinare a laboratori e altre attività.

La compresenza di spazi ad uso personale e spazi condivisi sta infatti alla base dei cosiddetti “condomini solidali”. In questo condominio, tengono a precisare, che non sono previste figure di educatori o altre figure di sostegno, mentre saranno messi in campo incontri a carattere formativo e di orientamento per le ospiti. Il fine infatti non è “solo” quello di accogliere le donne in difficoltà, ma anche aiutarle ad impostare un proprio percorso di autonomia anche lavorativa. Quanto alle spese di gestione “Casa Alba” prevede il pagamento di un canone base giornaliero da versare alla Fondazione. Tale canone, a seconda dei casi, sarà a carico, totale o parziale, delle stesse donne accolte, nel caso in cui queste dispongano di un lavoro che lo consenta. Altrimenti il canone sarà a diretto carico delle strutture che ne richiederanno l’accesso.

Di Maria Teresa Biscarini

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