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Il lago di Nemi caratterizza la località

Nelle strade della città ammiriamo le bellezze artistiche e storiche. Raggiunta la piazza Roma, dalla balaustra che protegge il suo lato settentrionale si vede tutto il paese con il castello, le case distribuite sul pendio e il lago con gli erti margini del suo bacino, ricchi di verde di diverse tonalità.

Nemi è conosciuta per il lago che conferisce una peculiarità del territorio. Conviene ricordare che la città, situata nei Castelli Romani, a pochi passi da Roma, sorge sul ciglio orientale del bacino lacustre omonimo ad un’altezza di 600 metri sul livello del mare. Il nome deriva da Nemus, ovvero bosco, di cui il territorio, parte dell’antica Ariccia, è ricoperto.

Il tour a Nemi
Nelle strade della città ammiriamo le bellezze artistiche e storiche. Raggiunta la piazza Roma, dalla balaustra che protegge il suo lato settentrionale si vede tutto il paese con il castello, le case distribuite sul pendio e il lago con gli erti margini del suo bacino, ricchi di verde di diverse tonalità. Sulla sinistra della piazza c’è la chiesa del Crocifisso con il monastero dei padri mercedari. La chiesa viene fondata nel 1645 da Mario Frangipane, che ha ereditato il feudo dal padre Muzio, e prende il nome di Santa Maria in Versacarro perché, secondo una leggenda popolare, il quadro situato nella chiesa di Santa Maria sulla riva del lago, in epoca  non definita viene rubato e portato via con un carro trainato da buoi che, dopo aver percorso un buon tratto di strada, senza una guida o un comando ritornano nella chiesetta del lago con la santa icona. Sulla sinistra del corso Vittorio Emanuele una piccola e stretta strada, che poi diventa un impervio sentiero, conduce al romitorio di San Michele Arcangelo, ricavato in una cavità naturale della roccia quasi sotto il castello. All’interno vi sono un altare, un ciborio con quattro colonnine e alcuni dipinti, tra cui uno che rappresenta Nemi con il castello. Poco più avanti una strada in salita da corso Vittorio Emanuele conduce in piazza del Municipio e al duomo. Alla fine del corso tra via del Plebiscito e piazza Umberto I appare il castello con l’antica torre che sovrasta tutte le altre costruzioni. La torre cilindrica è il nucleo primitivo del castello, la cui realizzazione molto probabilmente ha inizio con i conti di Tuscolo ai quali succedono i monaci delle Tre Fontane, che la ricostruiscono dandole l’aspetto e le dimensioni attuali. Attraverso la porta medievale della città si scende sulla via Tempio di Diana fino al Museo delle Navi. Attualmente nel museo ci sono due modelli delle navi, realizzati sotto la direzione dei servizi del Genio Navale di Castellammare di Stabia, le due ancore ricostruite, frammenti della pavimentazione in marmo e mosaico, le pompe ricostruite e oggetti diversi. Le due navi probabilmente non hanno mai solcato le acque del lago ma sono sempre rimaste ancorate nel punto dove è avvenuto il ritrovamento. Sulla via del Perino, a sinistra si erge un’altra parete rocciosa dove sulla base, in alcune grotte, vi è una necropoli pagana scoperta nel 1884. Nello stesso luogo troviamo una necropoli cristiana del V-VI secolo dove le inumazioni sono tutte fatte in cassoni ricavate sotto il piano di calpestio delle grotte. La necropoli si estende anche al di fuori delle grotte. La via del Perino prosegue ma su questa parte del lago vi sono soltanto canne emergenti dalle acque e alberature sulla riva lacustre.

Le tradizioni culturali
La festa più significativa dell’anno è la sagra delle fragole, cui si associa la mostra dei fiori. Si svolge nel mese di giugno e in quei giorni la cittadina castellana è invasa dal profumo delle fragole e dei fiori. Ragazze in costume distribuiscono a tutti il profumato e coloratissimo frutto, insieme ai fiori che in quel periodo vengono prodotti dalle coltivazioni.

Francesco Fravolini

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