Ha ispirato registi, scrittori, artisti ed è una delle patologie psichiche più complesse e controverse
Il disturbo dissociativo dell’identità (o disturbo di personalità multipla) è una patologia mentale che s’innesca come estrema forma di difesa del cervello a seguito di un evento traumatico che avviene in età infantile o, in casi particolari, anche in età adulta. Quando viviamo qualcosa che sottopone la nostra mente ad una forte tensione si genera il trauma mentale e in alcuni casi anche la nascita di più personalità, dove una prosegue con la vita di sempre e l’altra tenta di elaborare l’accaduto. Questa seconda personalità è latente e avvolta dall’amnesia, come anche l’evento traumatico che l’ha generata, ma basterà un rumore, un odore, un’immagine a farla riemergere insieme al ricordo dell’accaduto, anche a distanza di tanti anni. Le personalità possono divenire anche centinaia, a volte interagiscono, si conoscono, sono consapevoli le une delle altre, altre volte no, così che quando una emerge l’altra temporaneamente “si spegne” e non ha memoria di quanto fatto dal corpo mentre l’altra (o, le altre) prende il sopravvento. Ogni personalità ha delle abilità specifiche, un proprio atteggiamento, un diverso modo di vedere il mondo. La consapevolezza del problema si acquisisce in diversi modi: si iniziano a sentire “voci” nella mente; le persone vicine notano atteggiamenti e comportamenti anomali; si hanno “vuoti” di memoria in concomitanza dei momenti in cui hanno preso il sopravvento altre personalità. L’unica via risolutiva possibile, in questi casi, passa per la psicoterapia, che avrà l’obbiettivo di guidare il soggetto nel prendere coscienza di tutte le sue personalità per reintegrarle in una sola e nell’elaborare il trauma vissuto da bambino, in modo da “disattivare” il meccanismo di difesa che ha portato all’insorgenza del disturbo.
Glenda Oddi