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Il colosso dell’Appennino

Durante la visita alla città di Firenze non potete non andare nel comune di Vaglia, per visitare Villa Demidoff con il relativo parco mediceo di Pratolino, uno dei parchi più belli e vasti di tutta la Toscana e tra i più importanti giardini in stile inglese. 

Qui salterà subito all’occhio l’imponente figura del colosso (o gigante) dell’Appennino, una statua alta 14 metri, realizzata negli anni ottanta del 500 dal Giambologna e raffigurante gli Appennini. 

Ma questa statua non venne pensata solo per personificare gli Appennini, infatti con le sue fontane capaci anche di alcuni giochi di acqua era considerata anche una fonte per Pratolino.

Il colosso ha le sembianze di un vecchio accovacciato sulla riva di un lago in una posa realistica quanto suggestiva, circondato da numerosi personaggi mitologici che si rifanno alle Metamorfosi di Ovidio come Pegaso, il cavallo alato. 

La mano sinistra sembra stritolare un mostro marino dalla cui bocca aperta scorre l’acqua. 

L’uomo è nudo con la lunga barba e i capelli formati dalle stalattiti che danno l’idea di un gigante capace di piangere e sudare 

Il suo corpo poi tramite una rete di condutture era in grado di buttare fuori l’acqua che di inverno copriva il suo corpo di ghiaccioli. 

Il materiale con cui è realizzato è pietra e intonaco parzialmente ricoperto da muschio e lichene. 

L’interno presenta varie grotte e stanze che si stagliano su tre livelli. 

Il piano terreno cela una grotta che ospita una fontana dedicata a Teti figura mitologica greca mentre gli altri ambienti sono presenti scene minerarie. 

Al piano superiore è collocata una stanza abbastanza grande per ospitare una piccola orchestra. 

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