Non è semplice emergere nello sport quando si è fratelli di un campione che pratica la tua stessa disciplina. Ma quando il campione è il Campionissimo Fausto Coppi è ancora più complicato. Eppure Serse Coppi, di cui si è commemorato il centenario della nascita lo scorso 19 marzo, ci è riuscito benissimo.
Minore di 4 anni rispetto all’ “Airone”, Serse riuscì a farsi strada principalmente al fianco di Fausto diventando suo gregario fidato fin dal suo esordio tra i professionisti avvenuto nel 1945. Nonostante il suo principale compito fosse quello di aiutare il suo blasonato fratello che aveva già conquistato all’epoca il primo dei suoi 5 Giri d’Italia, fu capace negli anni di conquistare le sue vittorie anche di prestigio, fino alla tragica morte in corsa. Nel suo primo anno da pro conquistò la Coppa Andrea Boero e la Mialno-Varzi, due gare del circuito italiano. Nel 1949 ottenne il suo risultato più prestigioso: vinse la Parigi-Roubaix, l’inferno di pietra, una delle 5 classiche monumento del ciclismo. Lo fece a pari merito col francese Andrè Mahé per un episodio particolare: il transalpino che era in testa fu indirizzato su un percorso sbagliato nel finale e tagliò il traguardo arrivando da un’altra direzione mentre Coppi vinse la volata di gruppo degli inseguitori. L’UCI dopo alcuni mesi decise di dare la vittoria a entrambi.
Nel 1950 conquistò l’ultimo successo con la seconda semitappa della Roma-Napoli-Roma. In comune col fratello ebbe anche una tragica fine prematura: cadde al Giro del Piemonte il 29 giugno 1951 e morì per un’emorragia cerebrale a soli 28 anni.
Daniele Capello