Ogni anno, nel suggestivo deserto americano del Nevada, si svolge per otto giorni il Burning Man Festival. Un evento fatto di libertà, solidarietà e fantasia in cui non ci sono concerti di personaggi famosi, bande o spettacoli organizzati dal comune. Il festival è infatti incentrato sul punto che tutti i partecipanti possono liberamente mettere in atto spettacoli, mostre artistiche, esibizioni di vario genere o anche semplicemente vivere otto giorni di libertà nel deserto a contatto con le altre persone. Si svolge ogni anno dal 1990 a Black Rock City, una città che esiste solo in funzione di questa circostanza ed è totalmente disabitata per il resto dell’anno. Tutti i partecipanti devono provvedere autonomamente alla propria sopravvivenza durante i giorni di permanenza, infatti nell’abitato si possono trovare solo ghiaccio e caffè. Ѐ necessario portare tende, cibo e beni di prima necessità. Non è ammessa la circolazione del denaro, per cui si mettono in atto gesti di solidarietà principalmente basati sul baratto o il dono. L’ambiente è quanto mai ostile, si passa dai 40°C di giorno a diverse decine di gradi in meno di notte. Per questo motivo gli eventi si svolgono soprattutto in notturna ed è sconsigliata la partecipazione dei bambini. Non c’è rete per il telefonino ed eventuali macchine fotografiche o videocamere devono essere registrate all’arrivo. Se si vogliono fare foto o riprese per scopi commerciali ci si deve accordare con gli organizzatori del festival, non è infatti possibile riprendere tutto. Il festival è organizzato dalla Black Rock City LLC ed ha largo seguito tanto che nel 2019 ha superato i 65000 partecipanti. Il nome quanto mai originale è legato alla tradizione che vede bruciare la notte del sabato sera un grande fantoccio di legno, suggestiva rievocazione dei rituali tribali del passato, espressione della ricerca di libertà primitiva dell’evento. L’emergenza covid ha impedito lo svolgersi dell’evento nel 2020. Gli organizzatori stanno raccogliendo fondi per far si che la tradizione resti viva e si possa tornare a metterla in atto non appena l’emergenza sanitaria lo consentirà.
Glenda Oddi