Tra le varie leggende che popolano il Casentino non può mancare la leggenda del badalischio, una creatura mitologica.
D’altronde se la Scozia ha il suo mostro di Loch Ness non si vede motivo per cui il Casentino non possa vantare una leggenda altrettanto intrigante.
Secondo molti questa creatura avrebbe un colore verde grigio, un corpo squamoso e lungo circa un metro, con quattro piccole zampe.
Suo luogo di abitazione sarebbe il Laghetto della Gorga Nera, situato a pochi chilometri dal passo della Calla, un acquitrino storicamente documentato nel 1355 circa.
Pare che a causa di alcune frane che si sono verificate intorno al piccolo laghetto questa terribile creatura venisse liberata.
Il suo aspetto sarebbe simile a quello di un serpente, a volte raffigurato con due ali e con la testa di un uccello ai cui lati sarebbero presenti due occhi piccoli e rossi in grado di paralizzare le sue prede, siano essi animali o esseri umani.
Nel corso dei secoli però pare che il Badalischio si sia spostato dalla Gorga Nera e che sarebbe arrivato fino alle foreste casentinesi “andando ad abitare” nella zona di Foreste del Diavolo.
Ecco perché alcuni testimoni affermano di aver visto tale creatura nella zona di Fornace di Morena.
Ma esiste davvero questa creatura?
Come tutte le leggende si parte da un fondo di verità, alcuni scorci delle foreste casentinesi si prestano alla creazione di tali leggende e la presenza di rane che durante il periodo della riproduzione emettono suoni gutturali profondi fa sì che questi possano essere scambiati per strani versi di una qualche non ben precisata creatura.
Per lo più però è una leggenda creata per far sì che i bambini facciano attenzione nei boschi.