Da mercoledì 16 a domenica 20 si sono svolti i mondiali di ciclismo su pista di Ballerup 2024. La nazionale italiana si e presentata senza due stelle assolute come Filippo Ganna ed Elisa Balsamo ma con un buon numero di giovani rampanti da far crescere per i prossimi Giochi olimpici. Proprio l’inesperienza ha tradito il quartetto maschile dell’inseguimento a squadre con una caduta in qualifica: per Lamon, Moro (unici senatori), Boscaro e Favero i tempi fino a quel momento erano da semifinale.
Non tradisce il quartetto femminile che con Consonni, Fidanza, Guazzini e Alzini centra la prima delle quattro medaglie di questa edizione: un bronzo che dà continuità a questa specialità da sempre fonte di successi e podi.
L’impresa è stata quella di Jonathan Milan che nell’Inseguimento individuale vince il titolo iridato e stampa il nuovo record del mondo, davanti al giovane britannico Charlton: il futuro della specialità è loro.
Arrivano poi due argenti nei giorni successi con altri due eroi della pista e degli ultimi Giochi olimpici: Simone Consonni lo conquista nella prova più impegnativa: l’Omnium, che comprende 4 prove, mentre il capitano Elia Viviani è secondo nella Corsa a eliminazione. Buone notizie da alcuni atleti in crescita come Miriam Vece, a un passo dalla finale del Keirin e soprattutto Federica Venturelli, 19 anni, quinta nell’Inseguimento individuale e pluricampionessa juniores, mentre deludono le Madison, entrambe a medaglia olimpica ma fuori dal podio a questi mondiali. Si chiude quindi al sesto posto nel medagliere, dominato da Olanda, Gran Bretagna e Danimarca con 4 ori.
Tra le nazionali grande impressione ha destato il Giappone, squadra in netta crescita con tre ori e tre bronzi conquistati. Rivelazione (ma non troppo) di questa edizione è Lorena Wiebes che alla prima corsa iridata in carriera su pista conquista il titolo nello Scratch, la specialità più simile alle sue amate volate di gruppo su strada, mentre la conferma è Harrie Lavreysen, che aggiunge 3 ori al palmares salendo a 16 titoli mondiali complessivi.
Daniele Capello