Per migliaia di anni, i grandi templi, le tombe, gli obelischi e le statue dell’Egitto di epoca faraonica furono ricoperti da una vera e propria rete di simboli geroglifici che conferivano e conferiscono tutt’ora un grande effetto ornamentale dovuto principalmente alla componente figurativa della scrittura egizia.
Tuttavia la scrittura geroglifica andava al di là di rappresentazione dirette come il sole, la terra, le stelle e altri elementi raffigurati negli ideogrammi, essa costituiva un complesso sistema di segni che si leggeva come le scritture alfabetiche moderne e che trasmettevano messaggi molto precisi, di stampo prevalentemente religioso, volto ad esaltare il potere del faraone.
Con la dinastia tolemaica che introdusse il greco come lingua ufficiale e con il dominio dei romani poi, a poco a poco i geroglifici divennero incomprensibili per gli stessi egizi e con l’avvento del cristianesimo come religione ufficiale fu messo al bando ogni elemento pagano tra cui questa forma di scrittura.
Gli ultimi geroglifici risalgono alla fine del IV secolo un’epoca in cui solo pochi sacerdoti conoscevano i segreti di questa scrittura.
Alla morte di questi i testi geroglifici caddero nell’oblio, ma alcuni studiosi ne rimasero così affascinati da cercare di interpretarli.
Il primo tentativo furono gli Heroglyphica un trattato scritto da un certo Orapollo Niloo, un’opera composta di due libri il primo dei quali contiene la spiegazione di 70 geroglifici mentre il secondo ne descrive altrettanti 119.
La spiegazione che dà Orapollo dei geroglifici però esula dagli aspetti grammaticali e si concentra su geroglifici particolari a cui attribuisce un significato simbolico che a volte corrisponde al significato originale, a volte fornisce interpretazioni alquanto immaginarie.
Quanto questo trattato giunse in Italia prima ed in Europa poi, durante il Rinascimento si rinnovò l’interesse per le antiche civiltà orientali e nel XVII secolo proseguì la moda per le interpretazioni simboliche dei geroglifici.
Athenasius Kircher autore più rilevante di questa linea di pensiero pubblicò diversi libri sul mondo egizio, convincendosi di essere riuscito a decifrare completamente tale scrittura.
In realtà i tentativi di interpretare i geroglifici divennero più rigorosi solo nel corso del XVIII secolo anche se fu solo grazie alla stele di Rosetta, scritta in geroglifico, demotico e greco che si arrivò a decifrare il significato di ciascun simbolo.