“L’Ultima Cena” di Leonardo da Vinci prende vita e diventa un cortometraggio della durata di 9 minuti. Questo succede grazie a “The Last Supper: the Living Tableau” del Maestro, Armondo Linus Acosta, regista e creatore del cortometraggio, che per realizzarlo ha riunito tre maestri della cinematografia mondiale, ciascuno vincitore di tre premi Oscar: Vittorio Storaro, Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo.
Il film potrà essere ammirato in una cornice speciale, in occasione del Corpus Domini (venerdì 4 dalle 17 alle 22, sabato 5 e domenica 6 giugno dalle ore 12 alle 22 sia il sabato che la domenica), verrà infatti proiettato all’interno della volta della basilica di Santa Maria in Montesanto, la Chiesa degli Artisti di piazza del Popolo, che verrà oscurata, in modo da mostrare al meglio l’installazione.
L’iniziativa ha il patrocinio del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, dell’Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma, del Ministero per i Beni e le Attività culturali, del Comune di Roma e della Fondazione Film Commission di Roma e del Lazio.
“Quest’anno – spiega, il rettore della basilica, monsignor Walter Insero – per il Corpus Domini non si sono potute organizzare le tradizionali processioni per il centro di Roma, così si è pensato a un momento meditativo e un invito alla preghiera. Partendo dal capolavoro di Leonardo, reinterpretato in chiave cinematografica, saremo aiutati a contemplare il mistero dell’Eucarestia nella solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo”.
Le note dello “Stabat Mater” di Rossini accoglieranno il visitatore che si troverà immerso in un paesaggio debolmente illuminato. Pian piano entrando, vedrà gli apostoli, da soli, già seduti a tavola; quindi Gesù, al centro, che benedice il pane e il vino e annuncia il tradimento da parte di uno di loro.
Il tutto è ripreso molto lentamente, con grande attenzione alle luci e ai dettagli.
“Ho filmato “The Living Tableau” intenzionalmente al rallentatore estremo poiché non considero questo lavoro un film in sé, ma appunto un “tableau”. Un pezzo minuziosamente accurato in cui hai l’opportunità di meditare sui dettagli divini di questo straordinario capolavoro mistico di Leonardo da Vinci”, spiega Acosta.
“Leonardo mette Gesù al centro della scena perché in questo modo vuole dire: Gesù è Dio che diventa uomo, e quest’uomo è comunque il centro del mondo, il centro dell’universo”, aggiunge Vittorio Storaro.
Tutti i particolari del dipinto – datato 1494-1498 e realizzato nel refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie a Milano – sono stati ricostruiti fedelmente.
Per i costumi, sono stati realizzati calchi in gesso di supporto, in modo che gli attori che interpretano gli apostoli potessero mantenere con più facilità le posizioni immaginate da Leonardo. Nessuno di loro è un professionista: si tratta di persone che lavoravano sul set e che sono stati notati da Acosta, per la somiglianza con i personaggi dipinti da Leonardo.
Un apostolo, Taddeo, è impersonato dallo stesso regista: “Ho fatto come Alfred Hitchcock!”, scherza il cineasta americano.
“Come il carrello di Vittorio Storaro che arriva proprio dentro il set, noi facciamo la stessa cosa – osserva Francesca Lo Schiavo – andiamo dentro il quadro, dentro l’anima degli apostoli e assistiamo al miracolo di Gesù. Io credo che questo interessi tutto il mondo. Mi ha molto toccato l’idea di partecipare a questa operazione, a questa realizzazione”.
Entusiasta del progetto anche Dante Ferretti: “Tutto è nato da quando Armondo mi ha chiamato a Roma e mi ha proposto di ricostruire l’Ultima Cena di Leonardo – spiega – Dovevamo far diventare viva la pittura, con personaggi veri, che si muovono. Mi è sembrato molto interessante e ho detto subito di sì”.
Bruna Fiorentino