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Gli strandbeest, le creature del mondo di Theo Jansen

Sulle spiagge olandesi si muovono animali fantastici usciti dalla mente di un artista visionario

La meccanica e il vento sono gli elementi che fanno muovere agli strandbeest (“animali della spiaggia” in olandese), gigantesche creature che incedono sul bagnasciuga, senza pelliccia, organi o cervello, vive solo per la forza dell’aria. Il loro padre, Theo Jansen, fisico e artista, ha lavorato per vent’anni a queste sculture, dando origine ad un mondo di creature aliene che è solito far muovere sulle spiagge del suo paese. Siamo di fronte a suggestive creature cinetiche che portano al massimo grado lo spirito dei “mobiles” di Alexander Calder, il primo artista che decretò la fine della tradizionale associazione scultura-immobilità, creando opere plastiche sospese e in movimento. I corpi degli strandbeest hanno ossa in PVC tenute insieme con fascette da elettricista, elastici e adesivo. La loro pelle e le ali sono create con teli e stracci di varia grandezza. Delle bottiglie di plastica, come serbatoio d’aria compressa, completano l’organismo e permettono loro di spostarsi in autonomia anche quando non soffia il vento. Delle creature pensate come veri e propri esseri viventi, dal loro funzionamento (progettato per emulare nel movimento l’armonia e la coordinazione degli animali) al processo ciclico della loro vita: le nuove “bestie” nascono in estate, quando vedono per la prima volta il mondo sulla spiaggia, e muoiono in autunno, con i loro resti che tornano nelle mani del “dio” creatore per generare un nuovo essere. Grazie all’impiego di sensori e fotocellule, sempre rigorosamente di recupero come tutti gli altri materiali, le più recenti creature sono maggiormente sensibili all’ambiente esterno, riuscendo a percepire la presenza dell’acqua e ad allontanarsi da essa. Theo Jansen continua a lavorare ai suoi progetti, con il visionario sogno di creare degli esseri in grado di sopravvivergli, magari anche attraverso l’impiego di cervelli artificiali.

Ecco il link per vedere le sculture in movimento

Glenda Oddi

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