E dopo Giovanna Bonanno torniamo a parlare di un’altra serial killer donna atipica e particolare come la prima.
Di lei si sa che è morta a Roma nel 1651 e che è nata a Palermo anche se non si conosce l’anno.
Figlia o nipote di Thofania d’Adamo una criminale giustiziata a Palermo con l’accusa di aver avvelenato il marito Francesco apprese forse da lei le prime nozioni sui veleni.
Artigiana italiana ma anche cortigiana della corte di Filippo IV di Spagna e fattucchiera fu considerata una serial killer atipica visto che simpatizzava con le donne che erano intrappolate in relazioni sbagliate, alle quali vendeva i veleni da dare ai mariti.
E’ ritenuta creatrice dell’acqua tofana un tipo di veleno incolore, inodore e insapore ma altamente tossico capace di provocare in pochi giorni nella vittima una morte all’apparenza naturale che vendeva alle donne intrappolate in matrimoni violenti.
Passarono gli anni quando una donna, la baronessa di Ceri per liberarsi del marito utilizzò tutto il veleno contenuto nella boccetta attirando così i sospetti dei parenti del defunto.
Iniziarono così le indagini che condussero a Giulia Tofana, la quale venne imprigionata e torturata confessando di aver venduto, specie a Roma durante la peste, boccette di veleno per uccidere almeno 600 persone.
Alla sua morte il segreto del veleno passò alla figliastra la quale fu condannata a morte insieme a quattro complici.