Oggi spegne 81 candeline uno degli allenatori più conosciuti e iconici del calcio italiano: Giovanni Trapattoni. Nato a Cusano milanino (MI) il 17 marzo 1939 si afferma da calciatore nelle file del Milan con cui gioca praticamente tutta la carriera, dal 1957 al 1971, tranne l’ultima stagione giocata nel Varese. Di ruolo centrocampista, ha giocato anche da difensore e terzino. Proprio in marcatura si ricordano le migliori prestazioni: nella finale di Coppa Campioni ’62-’63 annulla il futuro Pallone d’oro Eusebio del Benfica e in un’amichevole contro il Brasile ferma Pelè. Da calciatore vince due scudetti, una Coppa Italia, due Coppe dei Campioni, una Coppa delle Coppe e una Intercontinentale. In nazionale gioca soltanto 17 partite tra il 1960 e il 1964, saltando il Mondiale ’62 in Cile per infortunio.
Anche da allenatore ottiene grandi risultati, non solo in Italia. Esordisce sulla panchina del Milan, prima come vice poi come titolare. Passa nel 1976 alla Juventus e vince subito scudetto e Coppa Uefa con i bianconeri. Con la Juventus conquista in tutto 6 scudetti, 2 Coppe Italia e tutte le competizioni internazionali: Coppa dei Campioni, Uefa (2 volte), Coppa delle Coppe, Supercoppa e Intercontinentale. Vince anche all’Inter lo “scudetto dei record” del ’88-’89, una Supercoppa italiana e una Coppa Uefa. Decide quindi di misurarsi con i campionati esteri: scudetto in Germania col Bayern Monaco, in Portogallo col Benfica e in Austria col Salisburgo.
Meno fortuna ottiene con la Nazionale italiana: prima la Corea del Sud e l’arbitro Moreno ai Mondiali 2002, poi il “biscotto scandinavo” tra Svezia e Danimarca che ci elimina dagli Europei 2004, a cui però bisogna aggiungere le scelte discutibili di lasciare a casa Roberto Baggio nel 2002 e il capocannoniere Gilardino agli Europei 2004.
I flop in nazionale non scalfiscono l’immagine del Trap, amato dagli italiani anche per le simpatiche gaffe in molte interviste, rese celebri dalla Gialappa’s band nel loro “Mai dire gol“: da “Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco” alla conferenza stampa al Bayern dove se la prende col suo giocatore Strunz.
Daniele Capello