Dopo Locusta la prima donna serial killer dell’antica Roma, se ci spostiamo un po’ più giù nella penisola italiana e aggiungiamo parecchi anni dopo Cristo possiamo imbatterci nella storia della prima donna serial killer siciliana: Giovanna Bonanno.
Ci troviamo a Palermo nel 1786 nel quartiere del capo, una città dentro la città dove le case al loro interno nascondono segreti e le donne sono sempre affaccendate in qualcosa.
Tra queste spiccava Giovanna Bonanno, nota come la vecchia dell’aceto, una donna curva e con uno sguardo viscido, avvolta da uno scialle logoro.
La sua storia inizia nel 1786 quando per caso venne a sapere che una bambina si era sentita male anche se non gravemente dopo aver assaggiato l’aceto usato contro i pidocchi.
Quella notizia le accese una specie di lampadina facendone intravedere la possibilità di diventare da povera mendicante che era una donna ricca e potente.
Iniziò quindi a creare “pozioni” mischiando vino bianco, veleno per pidocchi e arsenico e cominciò a venderlo alle donne disperate imprigionate in matrimoni soffocanti o vittime di mariti violenti e traditori.
La sua prima vittima fu dichiarata morta per cause naturali e questo la spinse a continuare sentendosi al sicuro.
La sua attività crebbe e il quartiere dove viveva divenne il suo mercato.
Ma la sua sorte un giorno cambiò drasticamente.
La sua complice le commissionò del veleno che lei consegnò senza fare domande, quando si accorse che l’intruglio era destinato al figlio di una sua cara amica tentò di avvertirla con la speranza di una ricompensa per aver salvato la vita del figlio.
Ma la sua amica aveva già scoperto tutto e decise di tenderle una trappola fingendo di voler a sua volta acquistare la pozione per un altro omicidio.
Alla consegna si presentò con quattro testimoni e colta in flagrante fu arrestata e accusata di stregoneria e veneficio.
Ritenuta colpevole nel 1780 fu impiccata in piazza.