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Gino Bartali, un eroe

Gino Bartali è nato a Ponte a Ema, il 18 luglio 1914 ed è morto a Firenze, il 5 maggio 2020.

Famosissimo ciclista italiano, è stato un campione indiscusso: ha vinto tre Giri d’Italia (1936, 1937 e 1946) e due Tour de France (1938 e 1948), riuscendo ad imporsi come uno dei più grandi ciclisti della sua epoca. La grandezza di Bartali, però, non sta tanto nello sport o almeno, non solo in quello.

Durante il periodo fascista, prima fu corriere della Resistenza; dopo l’occupazione tedesca dell’Italia, nel 1943, ebbe un ruolo cruciale nel salvataggio di centinaia di ebrei italiani, da parte della Delegazioni per l’assistenza agli immigrati: una rete di aiuti creata dell’Arcivescovo Angelo Elia Dalla Costao, a cui Bartali era molto legato, e dal rabbino Nathan Cassuto.

Bartali si allenava, coprendo grandi distanze, durante quei tragitti, trasportava documenti falsi, all’interno della sua bicicletta, nascosti nel manubrio e nella sella, destinati alle famiglie di ebrei perseguitati.

Quando era fermato e perquisito, la sua bicicletta non veniva mai toccata, su sua richiesta. La giustificazione era che il mezzo aveva una calibrazione perfetta che poteva essere danneggiata da una qualsiasi, anche piccola, manomissione.

Le testimonianze di queste attività di corriere svolte da Bartali sono diverse: quella di Giulia Bartali, fiorentina, che dal 1974 vive in Israele e che deve la sua vita, così come tutta la sua famiglia, alla consegna di quei famosi documenti di Bartali; della famiglia Goldenberg, cui Bartali fornì un rifugio sicuro, in uno scantinato, durante l’occupazione tedesca.

Questi sono solo due degli esempi delle numerose persone che Bartali ha aiutato e salvato.

Tra settembre del 1943 e giugno del 1944, Bartali contribuì a salvare 800 persone. Questo suo impegno gli fruttò diversi riconoscimenti postumi, poiché si scoprì per caso, quando ormai lui era già anziano, questo suo particolare coinvolgimento.

La scelta del silenzio su questa parte della sua vita è stata spiegata dallo stesso Bartali “Il bene si fa ma non si dice. Certe medaglie si appendono all’anima, non alla giacca”.

Domenico Attianese

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