Tutti conoscono la storia di Barbablù, ma quanti sanno che la favola trascritta da Perrault nel XVII secolo è in realtà ispirato ad un fatto o meglio ad una persona realmente esistita che si rese protagonista di uno dei più ignobili fatti di cronaca della storia francese?
Ebbene sì.
Barbablù è palesemente ispirato alla figura di Gilles De Rais, nobile francese nato nel 1404, militare, assassino seriale e nobile francese, barone di Rais da cui poi prese il nome.
Gilles all’età di 16 anni sposto una facoltosa ereditiera diventando così l’uomo più ricco di Francia.
Noto come Barbablù per via del colore nero-blu lucente dei suoi baffi, Gilles combatté a fianco di Giovanna D’Arco come generale, mettendo in campo contro gli invasori inglesi un esercito di 200 cavalieri.
Dopo l’incoronazione di Carlo VII si ritirò dalla vita pubblica e trascorse il suo tempo nelle proprie dimore, sperperando le sue ricchezze in cose stravaganti e dando libero sfogo alla sua passione per la pedofilia sadica, molestando e uccidendo piccoli contadini di entrambi i sessi per divertimento.
Il tutto per conformare la sua vita a quella dell’imperatore Caligola di cui ammirava la dissolutezza e la sete di sangue.
Oltre alla pedofilia si dedicò anche allo studio dell’alchimia e della magia nera, sperando di ottenere l’oro da metalli comuni per cercare di saldare i propri debiti.
Anche in questi studi i bambini divennero fondamentali in quanto vennero considerati delle vittime sacrificali nella ricerca di illimitate ricchezze.
Ma fu quando aggredì un prete per una questione di poco conto che si aprì un processo di fronte alla Chiesa Cattolica dove poi furono cumulati anche i processi di stregoneria e perversione sessuale nei confronti dei bambini.
La confessione gli fu estorta mediante tortura insieme ad altri 4 suoi presunti complici, confessò gli omicidi e chiese scusa ai genitori delle vittime.
Fu condannato a morte nel 1440 per strangolamento ed il suo corpo parzialmente bruciato