Continuano a dichiararsi estasiati i visitatori che percorrono le magiche stradine del Giardino dei Tarocchi, il parco artistico – esoterico ispirato al “gioco” dei Tarocchi, situato nella frazione comunale di Capalbio (GR, Toscana) e frutto della fervida immaginazione dell’artista franco-statunitense Niki de Saint Phalle; un giardino dove il tempo si ferma e dove non si eseguono visite guidate proprio per lasciare ai visitatori la libertà di immergersi completamente nelle singole opere-sculture.
Ventidue imponenti sculture ispirate al gioco dei Tarocchi, realizzate in acciaio e cemento, ricoperte di specchi, ceramiche e vetri colorati, per un totale di 17 anni di intenso lavoro, in cui l’artista fu affiancata da altri nomi famosi e operai specializzati, nonché supportata dall’indispensabile aiuto di suo marito Jean Tinguely (scomparso nel 1991), creatore di tutte le enormi strutture metalliche che sorreggono le opere.
Sull’onda del Nouveau Réalisme e delle “Nanas”, sinuose figure femminili giganti percorribili e abitabili, spiccano nel parco, vivacissimi, i colori delle sculture: La ruota della fortuna, L’Imperatrice, la Giustizia, il Vescovo… ricalcando il cromatismo di Matisse, Picasso, Kandinskij e ricordando, seppur con accenti diversi, il Parco Güell di Gaudí (da sempre fonte di ispirazione per l’artista) o il giardino di Bomarzo.
Non pochi anche gli echi letterari, soprattutto se pensiamo al doppio muro di recinzione in tufo, creato dall’architetto Mario Botta, che separa il parco dal mondo esterno; una sorta di separazione, dunque, tra sogno e realtà proprio come accade nel topico giardino boccacciano.
Imperdibile, infine, il sentiero nascosto (subito dietro la scultura del Sole) che conduce ad un selvaggio e misterioso settore del giardino, dove, tra fitte radure, si ergono isolate e tetre le sculture del Matto, del Diavolo con le ali da pipistrello (in agguato in una nicchia vegetale) e della Morte, ghignante e beffarda figura dorata in sella ad un cavallo blu, intenta a falciare tutti gli uomini e gli animali posti ai suoi piedi.
Ambra Belloni