Quando muore un grande artista che ha calamitato le nostre attenzioni, grazie alle sue poliedriche creazioni, una domanda tra tutte è veramente importante: cosa ci ha dato e cosa ci lascia?
La risposta non è necessariamente quella variegata dell’immaginario collettivo, ma quella soggettiva, e chi ha vissuto parallelamente alla sua avventura terrena, traendo ispirazioni non solo musicali, ma anche poetiche, filosofiche, religiose e di libero pensiero, che ora sono patrimonio dell’umanità, lo sa e se le tiene per sé.
Franco Battiato (Ionia, 23 marzo 1945 – Milo, 18 maggio 2021) se ne è andato in un’altra dimensione, ora più rispondente alla sua ricerca di “verità”.
Artista fortemente ispirato, a volte complesso, a volte popolare, ha inciso positivamente sulla collettività, offrendo sostegno ai valori della vita e ai dubbi sull’esistenza che a volte ci vedono smarriti, e ha spiegato, a modo suo, che dopo la morte fisica, noi continuiamo ad esistere, sebbene in un’altra dimensione. Ha dedotto tale conclusione come tutti coloro che hanno il dono di vedere un po’ più in là, di sentire vibrare quelle percezioni nascoste ai più.
Ha inseguito quasi tutte le espressioni che attraverso l’arte ci avvicinano “al centro di gravità permanente”, ossia alla filosofia del tutto, dove lo scorrere del tempo è solo un’illusione e dove lo spazio non ha confini, in altre parole dove esiste un eterno presente.
Battiato, che ricordiamo come un sacerdote del rinnovamento mistico, ha vissuto una vita totalmente dedicata ad una ricerca senza limiti.
Il suo sentirsi amalgamato in un tutt’uno con gli esseri viventi, lo ha spinto a scrivere canzoni ecumeniche, poesie rivelatrici sui misteri dell’esistenza, che si schiudono davanti alla natura che ci circonda.
La sua notevole sensibilità ecologica ispirò la pubblicazione dell’album Pollution (1972), dedicato al tema dell’inquinamento.
Alla luce della devastante realtà antropogenica, lanciò il j’accuse additando: “Atomi dell’idrogeno, campi elettrici ioni-isofoto, radio litio-atomico, gas magnetico”, ponendo all’uomo una domanda chiara e immediata: “Ti sei mai chiesto quale funzione hai?”
Quando ricevette il Premio Ambiente 2000, dal Comune di Pantelleria, dichiarò: “Il mare? Elemento fondamentale, primordiale anche nella mia musica. La sua orizzontalità mi affascina perché ti costringe a guardare oltre. Ci sono sempre spazi da esplorare e da percorrere”.
In sintonia con il suo rispetto per la natura e l’ambiente, Franco Battiato era vegetariano e animalista. Un giorno gli chiesero se avesse degli animali e lui rispose: “Non direi così, sono loro che fanno compagnia a me. Non considero cani e gatti animali, ma esseri. Con loro ho una comunicazione reale. Non amo la cattività, non li tengo legati a delle catene, per questo mi sono stati avvelenati quattro cani”.
Bruno Cimino