“La Sapienza”. Non ci sarebbe stato nome più esemplare per la prima Università della capitale, alla quale se ne aggiungono tantissime altre, tra le quali, tanto per citarne alcune, quella di Tor Vergata, la Cattolica del Sacro Cuore, l’Uer, l’Università Europea di Roma, l’UNINT, la LUISS, la Lateranense, Roma Tre, Università degli Studi di Roma per lo Sport e il Movimento, la LUMSA, l’Università della Terza Età, quella del Foro Italico, l’Università dello Spettacolo, l’Università campus-Biomedico e così via.
La Sapienza, conosciuta come “La Città Universitaria”, può essere considerata la prima Università in Europa. È frequentata da circa 120mila studenti provenienti da ogni parte del mondo, un via vai metropolitano che ogni giorno affolla i suoi viali alberati, i giardini, le aule, i centri di ritrovo, le biblioteche, il teatro, le segreterie, le mense, le sale studio e gli alloggi a loro destinati. È così grande che all’interno è consigliabile muoversi con un’apposta mappa.
Attualmente l’Ateneo è guidato da una Rettrice, quale rappresentante a ogni effetto di legge che ne garantisce autonomia e unità culturale. La Rettrice è coadiuvata da un Prorettore vicario e da prorettori e delegati con specifici compiti.
Per la gestione “urbana” e “amministrativa” ci sono 10mila dipendenti.
I 700 anni di storia vissuti sono pagine di grande testimonianza culturale, per aver contribuito allo sviluppo di grandi realtà industriali e scientifiche, e alla formazione di personaggi che qui si sono laureati.
La sua fondazione la si deve a Papa Bonifacio VIII, il quale con la bolla In suprema praeminentia dignitatis fondò lo Studium Urbis, l’Università di Roma. L’antica collocazione era fuori dalle mura vaticane e segnò l’inizio di un nuovo rapporto tra la città di Roma e gli studiosi che in essa giungevano da tutte le corti europee. Nei secoli successivi l’Ateneo si trasferì in diverse sedi, dal rione Sant’Eustachio (dove sorgerà duecento anni dopo lo storico palazzo della Sapienza, oggi sede dell’Archivio di Stato), al Palazzo del Collegio Romano (in epoca napoleonica), agli attuali edifici con ingresso principale in Via Aldo Moro, nel quartiere di San Lorenzo, non lontano dalla stazione Termini.
Quando nel 1309 la sede pontificia traslocò ad Avignone la conduzione dell’Università venne affidata al comune di Roma.
Avanti negli anni l’Ateneo si ingrandì, furono aumentate le facoltà, i dipartimenti e tutto ciò che poteva riguardare i compiti che doveva svolgere.
L’attuale struttura che occupa circa 22 ha, è stata realizzata durante gli anni trenta, nel pieno del ventennio fascista, da una serie di architetti sotto la supervisione di Marcello Piacentini, responsabile della pianta e del Palazzo del Rettorato.
Indelebili rimangono le cronache di vicende vissute dalla Città Universitaria e che hanno segnato la storia d’Italia. Si tratta di avvenimenti, spesso macchiati di sangue, che hanno visto come protagonisti gli stessi studenti animati da idee politiche estremiste, che hanno continuato ad unire lo studio alla realtà sociale del momento, alle rivoluzioni, alle guerre, ai progressi scientifici, alle crisi economiche nazionali e mondiali che a tutt’oggi, purtroppo, permangono.
Ma noi preferiamo ricordarla come un contenitore delle grandi eccellenze dello scibile umano perché qui si sono laureati Enrico Fermi, Franco Modigliani, Guglielmo Marconi, Carlo Rubbia, Emilio Segrè e tanti altri. E qui sono stati docenti Giuseppe Ungaretti, Aldo Moro, Pietro Valdoni, Nicolò Copernico, Amintore Fanfani ed altri innumerevoli illustri personaggi.
Bruno Cimino