Il Fistione turco (Netta rufina) è uno degli anatidi più riconoscibili e appariscenti che vivono in Europa. Il maschio si riconosce per la testa arancione molto vistosa, petto e coda neri, fianchi bianchi e dorso scuro. La femmina, come in tutti gli anatidi, è poco appariscente cromaticamente, avendo piumaggio grigio-marroncino ma entrambi i sessi sono caratterizzati da una forma della testa peculiare, praticamente arrotondata, che li rende comunque riconoscibili dalle altre anatre.
L’areale di nidificazione è ampio ma frammentario: si riproduce principalmente in Russia, Turchia e Spagna oltre che in Asia e Africa, mentre altrove in Europa lo fa in maniera localizzata. In Italia la specie non è molto comune ma negli ultimi anni appare in espansione. In tempi storici il Fistione turco nidificava in Sardegna, Sicilia e occasionalmente altrove. In tempi più recenti invece era presente principalmente in Sardegna e pianura padana ma sempre in coppie sparse e localizzate. Gli individui riproduttivi potrebbero essere originari da alcuni esemplari sfuggiti dalla cattività come successo in Gran Bretagna ma non vi è certezza.
Certo è invece che la specie sia in espansione: se all’inizio di questo secolo la popolazione italiana era di 40-60 coppie, come riportano gli studiosi Brichetti e Fracasso nella loro “Ornitologia italiana”, negli ultimi anni sono state registrate nidificazioni certe in Lazio, Puglia, Campania, Friuli e Piemonte. Si è arrivati così a una popolazione stimata di 145-160 coppie riproduttive nel 2018.
La specie è considerata dalla Lista rossa IUCN come “a basso rischio” (LC) mentre in Italia è stata recentemente classificata come “Vulnerabile” (VU).
Daniele Capello