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Enrico Mattei, uno dei tanti misteri italiani

Enrico Mattei, nato ad Acqualagna il 29 aprile 1906 e morto, misteriosamente, a Bascapè il 27 ottobre 1962, è stato molte cose. Un imprenditore, un politico, un dirigente d’azienda, un partigiano, ma prima di tutto è stato un visionario. Uno dei grandi visionari italiani che, quasi come ognuno di loro, è andato in contro ad una fina tragica e misteriosa.

Figlio di un brigadiere dei carabinieri, Enrico Mattei fondò un’azienda chimica prima della Seconda Guerra Mondiale, quando entrò a far parte della Resistenza, nel gruppo “Bianco”. Nel dopoguerra, iniziò la sua carriera: nel 1945 venne nominato liquidatore dell’Agip, cosa che non fece, rendendo l’azienda una multinazionale del petrolio in grado di muoversi sul piano internazionale.

Mattei fece la stessa cosa con Eni, trasformandola in un centro politico, mediatico e finanziario per diversi partiti, dandogli un’enorme importanza. Forse troppa, secondo alcuni, cosa che, nelle teorie più accreditate, avrebbe portato alla sua morte.

Mattei, infatti, morì nel 1962 presso Bascapè in un misterioso incidente mentre stava andando a prendere il suo aereo personale. Nel 2012 le teorie diventano certezze: la sentenza del processo collegato alla morte di Mattei, mezzo secolo dopo, ha confermato che fu vittima di un attentato.

Enrico Mattei diede un impulso mai visto prima alle aziende petrolifere italiane, impulso che andava a scontrarsi con gli interessi cristallizzati di grandi aziende internazionali. Nello specifico, il lavoro di Mattei andò a rompere il dominio delle Sette Sorelle, che regnavano incontrastate nel campo petrolifero mondiale.

Mattei tentò di portare l’Italia a lottare in campo internazionale e si pensa che fu quello che portò al suo attentato. La domanda che la sua morte ha lasciato, forse, è ancora peggiore dell’attentato in sè: Cosa ha fatto il Paese per proteggerlo? Ha fatto qualcosa?

Domenico Attianese

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