Image default
Ambiente & Società

Emanuele Severino e la sua profezia sulla Russia

Emanuele Severino è stato uno dei più importanti filosofi italiani degli ultimi decenni, morto il 17 gennaio 2020, poco prima che questi due anni di follia inghiottissero il mondo. La sua voce, tuttavia, è attuale ancora oggi, come si può evincere dalla prefazione all’edizione del 2002 del suo libro “Techne” (Edito per la prima volta nel 1979), dove spiegava il problema dell’ancora esistente contrapposizione USA-RUSSIA:

“ [La contrapposizione] non è mai venuta meno la capacità dell’arsenale nucleare russo di competere con quello americano”.

Parole che sembrano scritte oggi, ma che sembravano, forse, “strane” nel 2002, dove c’erano diversi segnali per un disgelo: l’accordo anti-terrorismo firmato da Nato e Russia e, nel 1998, il Nato-Russia Permanent joint Council che avrebbe dovuto portare all’ingresso di Mosca nell’Alleanza Atlantica. La Russia, in pratica, doveva entrare nella nato.

Tuttavia, come Severino continua nella prefazione, questo è solo fumo negli occhi:

“Dal 1989 ho sempre sostenuto che, nonostante la crisi profonda dovuta al crollo dell’Unione Sovietica, la Russia, ma propriamente, l’apparato scientifico-tecnologico sotteso all’Unione Sovietica e alla Russia-Csi, sarebbe riuscito a sopravvivere sino al momento in cui avrebbe potuto attivare e sfruttare le enormi risorse naturali della Russia e delle altre repubbliche ex sovietiche della Csi […] sia pure continuando in forma diversa, il bipolarismo – cioè la competizione tra Usa ed ex-Urss – non è mai venuto meno. E il motivo è che non è mai venuta meno la capacità dell’arsenale nucleare russo di competere con quello americano. Non si è capito cioè che la fine del socialismo reale non era la fine di quell’apparato tecnologico che all’Est avrebbe dovuto salvaguardare il socialismo marxista, ma che, per salvare la propria capacità competitiva rispetto all’Occidente, ha finito col togliere di mezzo l’intralcio costituito appunto dal marxismo”.

Una profezia che si è avverata oggi, i cui segnali c’erano già, almeno, dal 2014 e che non abbiamo idea di dove porterà il mondo. Anche se la maggior parte delle opzioni sono veramente orribili.

Altri articoli