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Arte & Cultura

Emanuele Inserto presenta ‘Sotto l’Equatore’

È chitarrista, cantante, scrittore di canzoni e poeta. Ha collaborato dal 2009 al 2015 con Enrico Petrucci nel progetto “Hijos del Compás”

Emanuele Inserto presenta il suo ultimo lavoro ‘Sotto l’Equatore’ (La Stanza Nascosta Records, 2023). Emanuele Inserto è chitarrista, cantante, scrittore di canzoni e poeta. Ha collaborato dal 2009 al 2015 con Enrico Petrucci nel progetto “Hijos del Compás”, formazione volta alla ricerca e alla diffusione dei patrimoni musicali del Sudamerica e della Penisola Iberica, in veste di chitarrista, cantante e autore di testi in lingua spagnola e portoghese. Da sempre appassionato della forma canzone e del rock acustico, ha pubblicato ad oggi tre album solisti di canzoni proprie e, dal 2016, ha deciso di dedicarsi prevalentemente a repertori originali in lingua italiana. Ha collaborato e collabora tuttora con altri autori, compositori e musicisti, tra cui Alfredo Tagliavia, Frencys (Francesco Ferrarelli), Giava Giombini, Questione di Prospettiva e Katia Picciariello, con i quali ha condiviso eventi dal vivo e lavori in studio. 

Emanuele, perché il tuo ultimo album contiene brani volutamente rétro?

«Più vado avanti con l’età e l’esperienza musicale e più ricerco un’espressività autentica della musica che ascolto. Da un po’ di anni ascolto “a ritroso” repertori che non superano gli anni ’80. Fatta eccezione per alcune cose degli anni ’90 alle quali non rinuncerei mai. La musica del passato è, a mio avviso, più autentica e quindi anche ciò che produco risente di questa mia tendenza d’ascolto».

Quanto influenza il tuo passato di chitarrista latino-americano-iberico nelle tue composizioni musicali?

«Ultimamente molto più che in precedenza. Mi permette di spaziare molto nella composizione e negli spettacoli dal vivo. Secondo me uno scrittore di canzoni è bene che frequenti molti generi musicali».

Come giudichi il cantautorato italiano in questo momento storico?

«Ci sono artisti bravissimi ma quasi tutti di nicchia. Ho stima di molti colleghi e colleghe, la cui maggior parte non è mai apparsa in televisione. Degli artisti famosi venuti fuori qualche anno fa ho apprezzato Levante e Diodato. Dei giovanissimi ripongo qualche speranza su Anna Castiglia».

Secondo te, la musica quali cambiamenti ha avuto rispetto all’epoca storica dei cantautori?

«Credo che sia cambiata radicalmente. L’apporto dato dalle tecnologie informatiche ha stravolto i processi di creazione e produzione, a volte sorprendentemente in meglio, altre volte in molto peggio. Dipende da chi e come le usa».

Come immagini l’evoluzione della musica di questo millennio?

«Ha inizio l’era dell’Intelligenza Artificiale anche nella musica. Per uno come me, rimasto indissolubilmente legato all’analogico è molto difficile pure immaginarsela. Credo comunque che un sapiente impiego della AI assieme alla creatività umana possa generare ottimi risultati. Al contrario l’uso dell’Intelligenza Artificiale da parte di artisti e produttori mediocri potrebbe non fare altro che creare ulteriore inutile e banale immondizia».

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Francesco Fravolini

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