Edith Bruck, durante l’incontro promosso ad Assisi durante la Giornata dei Giusti, ha subito messo in chiaro come la pensa, davanti ad un migliaio di studenti, arrivati lì per ascoltare la sua testimonianza:
“È triste, desolante. Ci sono sempre stati i conflitti dopo la Seconda guerra mondiale, soltanto che erano lontani. Adesso la lontananza non c’è, è tutto vicino a noi, è tutto riflesso nella nostra vita, sia individuale che come paese, come mondo è una cosa tragica. Nulla cambia.”
La guerra che ora ci tocca da vicino solo perché è vicina, mostrando l’uomo come è davvero. Ma la pace non si costruisce da un giorno all’altro, come la Bruck sottolinea:
“La pace si costruisce avvicinando e rispettando gli altri, di qualsiasi fede o colore siano, senza pregiudizi. Senza odio. Ormai l’odio è sparso in tutto il mondo, in tutta Europa. Siamo preoccupati perché succede troppo vicino a noi, ma ci riguarda anche quello che accade in Afghanistan o in Pakistan. […] Che cosa sta accadendo nel mondo? Non trova pace l’uomo, forse prima deve trovare pace in sé stesso e poi pacificarsi con il prossimo. Non so cosa pensare, è molto triste soprattutto per i giovani. Tocca a loro, che vadano fuori, manifestino, non tacciano perché il futuro è loro”.
Una voce ancora sferzante e pungente, che riesce a sottolineare tutti i problemi dell’epoca moderna, che rientrano tutti in una più grande ottica, di cui l’esempio lampante è la brexit: il futuro è dei giovani, ma ad influenzare quel futuro ci sono ancora persone cresciute nella Guerra Fredda.
Una cosa che deve cambiare, e che speriamo non cambierà, però, a causa di una terza guerra mondiale.