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Lavoro & Economia

Economia, coltivare la vite in Valtellina

Le teorie dell’economia sono ricche di esempi, a dimostrazione della funzione del baratto nella storia: il vino diventa una straordinaria merce di scambio  

Coltivare la vite in Valtellina è un lavoro che caratterizza storicamente la località. La pratica della viticoltura si legge in numerosi documenti, a conferma dell’importanza della peculiarità economica. Conviene ricordare che fu proprio la coltivazione della vite la principale fonte di sostentamento delle popolazioni del territorio, poiché il vino rappresentava una merce di scambio con altri generi di prima necessità. La possibilità di scambiare le merci rappresenta proprio il baratto, prima espressione economica di scambio in sostituzione della moneta. Le teorie dell’economia sono ricche di esempi, a dimostrazione della funzione del baratto nella storia. Il vino diventa una straordinaria merce di scambio, utile per avere altri oggetti, magari più utili.  

Il ruolo dell’economia

Nei secoli successivi assistiamo a un forte sviluppo, in grado di assicurare una continua espansione alla zona ricca di vitigni. Il grande impulso della coltivazione della vite risale all’inizio del Cinquecento quando i Grigioni prendono il possesso della Valtellina. È di quel periodo la fama dei vini della Valtellina al punto di iniziare il viaggio verso il Nord, in grado di assicurare una buona esportazione della bevanda di Bacco. Ma l’Ottocento caratterizza un abbassamento dei parametri qualitativi delle produzioni enologiche poiché arrivano le grandi malattie crittogamiche. La coltivazione della vite in Valtellina subisce diverse vicissitudini. Dopo la notevole contrazione della superficie vitata che caratterizza la seconda metà del XX secolo, sono evidenti i segnali di ripresa, con un maggiore coinvolgimento delle nuove generazioni senza tralasciare il recupero della qualità dei vini valtellinesi. Lo standard qualitativo di eccellenza raggiunto è confermato dai numerosi premi e dai riconoscimenti internazionali assegnati alle case produttrici principali. È una buona attestazione di stima in grado di assicurare un’ottima espansione alla coltivazione della vite in Valtellina.

Francesco Fravolini

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