La scrittrice Michela Murgia, con la sua consueta analisi completa e multiprospettica, risponde in merito al concetto di festa del 2 giugno tramite il suo profilo social.
“Io sono un antimilitarista, non è un mistero. Non vuol dire che odio i militari, ma che sono cittadina di uno Stato che nella sua Costituzione ripudia esplicitamente la guerra. C’è scritto lì. Se davvero crediamo che quella sia la Costituzione più bella del mondo dovremmo essere tutti e tutte antimilitaristi. Trovo privo di logico celebrare la nascita di una democrazia mostrando l’apparato bellico – dice Michela Murgia – perché è quello che fanno le dittature”. Ricordando che le forze armate hanno già una loro festa, il 4 novembre.
Il 2 giugno, invece, “è la festa di tutti i cittadini e cittadine e sarebbe bello se un paese civile e in pace facesse sfilare le espressioni della sua migliore vita democratica”. E rivela il suo sogno: “Una parata aperta dagli artisti e le artiste italiane, seguiti da personale medico, insegnanti, contribuenti, giornalisti. In cielo volerebbero gli aquiloni”.
Vedere sfilare le forze armate è bello e riaccende in tutti noi un po’ di patriottismo. Ma cosa penseremmo se invece il corteo fosse costituito da esponenti delle varie classi sociali e professionali del nostro paese? Dalle più in vista alle meno visibili, senza delle quali il nostro paese non si reggerebbe in piedi.
Una provocazione o una vera proposta?