L’arte senza tempo di Donatello in 130 opere
Una mostra evento del 2022 che celebra e riscopre il grande Donatello nella culla del Rinascimento italiano. Una lunga e nutrita chermesse di opere e confronti con i contemporanei per raccontare la fortuna e il genio e ciò che la sua arte ha lasciato negli artisti venuti dopo di lui.
A Palazzo Strozzi si è aperta il 19 marzo scorso una mostra imperdibile su Donatello frutto di una collaborazione internazionale che vede impegnati 50 istituiti museali tra i maggiori del mondo.
Un racconto insolito e completo, accattivante e sorprendente in 130 opere firmate da uno dei più grandi maestri del Rinascimento italiano in cui viene sottolineata non solo l’abilità artistica, ma una innovativa sensibilità con cui leggere le emozioni umane e renderle concrete.
Il nome Donatello, diminutivo di Donato di Niccolò di Betto Bardi, sembra gli fu dato dai suoi coetanei per sottolineare l’aspetto gracile e delicato. Non era affatto parente dei Bardi banchieri fiorentini, ma figlio di un cardatore di lana. La sua carriera fu lunga e costellata di successi grazie al nuovo linguaggio nato da un’accurata introspezione personale che riesce subito a stabilire un rapporto di empatia con lo spettatore.
Non è possibile rimanere inermi davanti alla forza espressiva dei suoi lavori che trasudano forza, grazia, delicatezza e umanità. La vera potenza di Donatello è però quella di essere oltre il tempo: le sue opere, le forme che plasma non hanno età e non sentono confini cronologici. Basta vedere la splendida Maddalena Penitente (di solito esposta al Museo dell’Opera del Duomo di Firenze) realizzata alla metà del Quattrocento, per capire come le forme data a questa donna potrebbero essere tipiche di un artista odierno presente in una galleria di arte contemporanea. Così come la Cantoria dove il modello classico è lo stimolo per superare la plasticità delle figure che sembrano scolpite di getto e darà ispirazione al non-finito di Michelangelo.
L’allestimento della mostra, in 14 sezioni, propone confronti e dialoghi con gli artisti a lui contemporanei a partire dalla Firenze di Brunelleschi, ma anche Masaccio, Bellini e Mantegna e soprattutto i luoghi in cui ha lavorato. Città e artisti a lui contemporanei con i quali ha sempre instaurato un colloquio volto alla sperimentazione di un nuovo linguaggio declinato in scultura, pittura, architettura e disegno.
Si va oltre perché a completare questa narrazione vi è l’eredità che Donatello ha lasciato ai posteri, o se vogliamo, gli insegnamenti ben appresi anche dai grandi Raffaello e Michelangelo. In tutto si contano ben 55 artisti in dialogo tra loro e con Donatello.
La mostra ha una doppia sede: Palazzo Strozzi e il Museo del Bargello presso il Salone Donatello, ma si estende su tutto il territorio toscano con tour guidati alla scoperta dei luoghi di Donatello.
È stata curata da Francesco Caglioti, professore ordinario di Storia dell’Arte medievale presso la Scuola Normale Superiore di Pisa e organizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi e Musei del Bargello con la collaborazione dello Staatliche Museen di Berlino, il Victoria and Albert Museum di Londra e il F.E.C. – Fondo Edifici di Culto, è sostenuta dal Comune di Firenze, Regione Toscana, Camera di Commercio di Firenze, Comitato dei Partner di Palazzo Strozzi e ha Intesa Sanpaolo come partner principale.
Il catalogo della mostra è edito da Marsilio.
Rimarrà aperta tutti i giorni fino al 31 luglio dalle 10 alle 20 per informazioni: https://www.palazzostrozzi.org/mostre-in-corso/
Di Federica Candelaresi