L’impresa della coppia italiana Constantini-Mosaner alle Olimpiadi di Pechino ha fatto scoppiare la curling-mania in Italia. Questo sport divenuto famoso nel nostro paese alle Olimpiadi di Torino 2006 per il suo curioso svolgimento è rimasto un po’ dimenticato negli anni successivi anche per i pochi risultati ottenuti dalle nostre squadre nazionali. Infatti l’Italia aveva finora ottenuto 3 medaglie d’argento e 4 di bronzo nelle varie gare dei campionati europei ma nessun podio nè ai Mondiali nè alle Olimpiadi. Per questo le speranze a Pechino 2022 erano poche ma la nostra coppia del misto è riuscita in un’impresa storica e inattesa. Tredicesimi nel ranking mondiale prima dei Giochi olimpici, Stefania Constantini e Amos Mosaner sono riusciti a battere tutte e 9 le squadre avversarie del girone arrivando a giocarsi la semifinale contro la Svezia da imbattuti. Con un netto 8-1 ai gialloazzurri si sono conquistati la finale con la Norvegia, battuta poi 8-5 in finale.
Sport che apparentemente ricorda le bocce, il Curling unisce in realtà la precisione e la conoscenza del gioco di sponda del biliardo con la concentrazione degli scacchi. Si svolge su 8 o 10 End (o tempi) in cui le squadre si alternano a lanciare sul ghiaccio una “stone”, una pietra di granito di circa 20 chili che deve raggiungere la “casa”, una zona colorata simile a un bersaglio. Alla fine di ogni End una squadra ottiene tanti punti quante sono le proprie stones comprese tra il centro e la prima stone avversaria.
La tattica è molto importante perchè si deve decidere se piazzare un punto, difendere le proprie stones o bocciare quelle avversarie per togliere punti all’altra squadra. Mentre un giocatore lancia la stone, dandole anche un leggero effetto (“curl”), uno o due giocatori usano una scopa per spazzare il ghiaccio davanti alla pietra per influenzarne la traiettoria o velocizzarla mentre non si può farla rallentare.
Daniele Capello