Come aveva già scoperto Charles Darwin, quasi due secoli fa, i becchi degli uccelli si sono evoluti, in base alle necessità alimentari delle varie specie.
Il fenomeno è facilmente visibile, non solo nei noti fringuelli delle Galapagos, che il naturalista britannico studiò nell’800, ma anche nelle nostre specie italiane: dai limicoli, che sfruttano un becco più o meno lungo, per nutrirsi a varie profondità nel fango, ai rapaci dal becco adunco, per strappare la carne alle prede, fino all’inconfondibile Fenicottero, col suo becco particolare, adatto a filtrare.
Tra i becchi più strani osservabili in natura spicca quello dei Crocieri, che prendono il nome proprio dal loro tipico becco dalle mascelle incrociate.
I crocieri sono un gruppo di uccelli appartenente alla Famiglia dei Fringillidi e sono quindi, imparentati coi fringuelli.
Sono suddivisi in 6 specie inserite nel genere Loxia, 4 delle quali presenti in Europa: Crociere delle pinete (Loxia pytyopsittacus), Crociere di Scozia (Loxia scotica), Crociere fasciato (Loxia leucoptera) e Crociere comune (Loxia curvirostra).
In Italia, solo il Crociere comune è nidificante, mentre quello di Scozia non è stato mai osservato e le altre due sono accidentali/irregolari.
Il Crociere comune vive nei boschi di conifere, nutrendosi, principalmente, dei semi di pini e abeti, che riesce a prelevare dalle pigne, grazie alla particolare conformazione del suo becco, con la mascella superiore incurvata verso il basso e la mandibola verso l’alto.
Dagli studi svolti, è emerso che gli individui che si nutrono sui pini hanno un becco più robusto di quelli che si nutrono sugli abeti.
È ben diffusa sulle Alpi, mentre in centro e sud, isole comprese, la sua distribuzione è frammentata e localizzata.
Daniele Capello