Si sente spesso parlare, quando si resocontano le scoperte funebri fatte all’interno delle piramidi del ritrovamento di numerosi ushabti.
Ma cosa sono e cosa rappresentano?
Gli ushabti che tradotto dall’egizio significava quelli che rispondono sono delle piccole statue che rappresentano un elemento integrante ed indispensabile del corredo funebre.
Sono forze costruttive positive che costituivano parte della pratica magica e che avevano la funzione di sostituire i defunti giustificati.
Queste statuette erano realizzate nei più svariati materiali dalle pietre preziose come i lapislazzuli o altre pietre dure o materiali più comuni come il legno e la faienice realizzata con soda e sabbia quarzifera fusa che dava vita ad una pasta di vetro color turchese o blu che veniva poi messa negli stampi.
Questa diversità di materiali era data anche dalla differente classe sociale del defunto oppure, siccome queste statuette erano offerte anche da terze persone dal rapporto che queste avevano col defunto.
Il loro aspetto più comune era quello mummiforme che rappresentava l’eterno spirito del defunto, ma poteva avere anche sembianze di fornitori o portatori di offerte.
Nella parte inferiore della statuetta ci sono formule magiche tratte dal libro dei morti.
La loro collocazione era un’apposita cassetta decorata con immagini della vita quotidiana del defunto.
Durante la cerimonia funebre i sacerdoti con particolari riti magici davano vita alla statuetta che sarebbe poi stata tumulata insieme al defunto per accompagnarlo nell’oltretomba. Se il defunto avesse superato la cerimonia di pesatura del cuore, sarebbe andato in paradiso, godendo degli stessi agi della sua vita terrena perché gli ushabti avrebbero svolto ogni mansione al suo porto e qualora il dio Osiride lo avesse chiamato uno di essi avrebbe risposto.