Grazie alle loro conquiste i Romani ebbero modo di sperimentare e di innovare in campo sia gastronomico che culinario mescolando ai loro usi e costumi quelli provenienti dai diversi popoli che conquistavano nel mediterraneo.
Tenuto conto che non avevano a disposizione molti ortaggi e frutta, i romani riuscivano ad inventare lo stesso numerose ricette che sono poi state riunite in alcuni ricettari, tra cui il più famoso è il De Re Culinarian e che fu redatto poco dopo la fine dell’impero romano di Occidente nel V secolo D.C.
In esso sono racchiuse tutte le principali ricette della Roma imperiale e ha fatto sì che gli storici potessero conoscere i piatti preferiti dei primi imperatori.
Le ricette ivi descritte possono sembrare ai nostri occhi molto bizzarre, pare infatti che la carne preferita all’epoca fosse quella di fenicottero e che la lingua delle mucche fosse servita a fette sopra il pane.
Mentre il loro modo di preparare lo stufato consisteva nel mettere la carne di capretto o agnello in una padella, unirvi una cipolla e del coriandolo, pepe, levistico, cumino, garum, l’olio e il vino.
Una volta fatto cuocere si rovescia in una padella bassa e si fa addensare con l’amido di frumento.
Le ricette erano molto dettagliate ma come ben avete notato i gusti dei romani non sempre si sposano con i nostri.
Molte ricette sono pensate per essere mangiate e mescolate con le mani e i piatti erano piuttosto unti e pesanti rispetto ai nostri.
Di frutta ne veniva consumata poca perché quella esotica era sconosciuta, le mele e le pesche erano costose dovendo essere importate dall’estero mentre pere e frutti di bosco si deperivano facilmente essendo ricche di acqua.
Il frutto più consumato era l’uva, usata sia come bevanda che come frutta, mentre fichi e melograni erano molto commercializzati.
Le pietanze più apprezzate erano pollo, uova, frutti di mare, legumi che venivano serviti insieme per formare un’insalata, mentre le carote erano considerate le regine della cucina.