Uno dei problemi del coronavirus è quello di poter causare infertilità maschile o, almeno, aumentarne il rischio, andando a danneggiare le cellule dei testicoli (dove si rifugia in gran quantità). Si tratta di un’ipotesi degli esperti dello Sheba Medical Center di Tel Aviv, frutto di una ricerca pubblicata su “Fertility and Sterility. Anche se il documento finale della ricerca non è stato ricevuto dalla rivista, e quindi deve essere ancora effettuata la peer review, essenziale per la validità scientifica o, quantomeno, accademica.
Secondo Dean Aderka, scienziato dello Sheba Medical Center, infatti:
“ Anche una forma lieve della malattia sembra in grado di provocare danni all’apparato riproduttore, riducendo la motilità degli spermatozoi e il numero delle cellule gametiche, ma non sappiamo ancora se tali problemi siano permanenti”.
Un’ipotesi che non sorprende nemmeno Allan Pacey, Andrologo dell’Unviersità di Sheffield, che ha dichiarato, riguardo la ricerca:
“ Non mi sorprenderebbe scoprire che il coronavirus è in grado di ridurre temporaneamente la produzione di liquido seminale. La febbre, uno dei sintomi rivelatori del nuovo coronavirus, provoca infatti effetti all’apparato riproduttore, ma la capacità di produrre spermatozoi risulta ripristinata a seguito dell’infezione. Dobbiamo indagare per scoprire se Covid-19 può avere effetti a lungo termine in questo senso.”
Tuttavia, sempre secondo Pacey:
“Il team di Aderka avrebbe analizzato l’organismo di uomini deceduti a causa del nuovo coronavirus, le cui condizioni sono sicuramente peggiori rispetto alla media degli infetti. Inoltre, dobbiamo considerare l’età dei soggetti considerati, ci sono diversi aspetti della ricerca su cui sarà opportuno porre l’accento“.
C’è, quindi, ancora bisogno che gli studi continuino prima di poter appurare se il danno alla fertilità maschile sia anche a lungo termine, oltre che, molto probabilmente, a breve termine.
Domenico Attianese