Il finanziamento mediante il PNRR è di 3 milioni di euro e prevede lo sviluppo della green community nell’Alta Sabina
Conversione ecologia nella Sabina, area metropolitana a due passi da Roma. L’importante intervento è previsto dal progetto, presentato recentemente al Castello di Rocca Sinibalda, Comune capofila, che prevede nel territorio dell’Alta Sabina, nei prossimi tre anni, l’applicazione di tecnologie avanzate immateriali di pianificazione; sono previste anche realizzazioni di molte infrastrutture per la mobilità elettrica, le energie rinnovabili, l’agricoltura biologica. La Green Community Alta Sabina sarà modellata dalla partecipazione degli abitanti e degli operatori economici locali. Scendiamo nel dettaglio. Per l’energia, il progetto punta allo sviluppo di comunità energetiche, uno strumento che rende più economico l’accesso alle rinnovabili; le iniziative turistiche verranno decise sulla base delle esigenze degli operatori e dei residenti, oltre alle caratteristiche specifiche del territorio dell’Alta Sabina. Tutto questo è possibile grazie ai finanziamenti di circa 3 milioni di euro del PNRR (misura 2C1 Investimento 3.2 Green Communities) per un piano a lungo termine di rigenerazione territoriale partecipata. Sono dieci i comuni dell’Alta Sabina che si stringono in un’alleanza strategica per rilanciare il territorio con un progetto innovativo e di alto profilo. Tre le parole chiave: innovazione ecologica, intelligenza collettiva e auto-organizzazione.
Il progetto della Sabina
“Community Sustainable Resonance – Alta Sabina” è finanziato dalla misura Green Communities del PNRR per rigenerare i territori dell’Alta Sabina attraverso la transizione digitale ed ecologica, valorizzando istituzioni e privati locali, senza dimenticare il capitale naturale e le potenzialità inespresse delle comunità del luogo. Il progetto è guidato da una rete di dieci comuni: Rocca Sinibalda (comune capofila), Belmonte, Colle di Tora, Longone, Marcetelli, Torricella, Monteleone, Poggio Moiano, Poggio S. Lorenzo, Varco Sabino. Il progetto inizierà operativamente nell’estate 2023 e si concluderà a marzo 2026. I lavori prevedono la realizzazione di una solida componente di tecnologie avanzate: il digital twin, la civic blockchain, un processo di ricerca e di mappatura territoriale che permetterà di fornire le informazioni sui flussi dei servizi ecosistemici territoriali e di monitorarli in riferimento agli obiettivi dell’Agenda ONU 2030. Accanto all’innovazione digitale è previsto lo sviluppo di diverse infrastrutture: un impianto di biogas alimentato dalle biomasse legnose, mobilità elettrica (colonnine di ricarica), la formazione di comunità energetiche, strutture per l’efficientamento idrico. Seguono il consolidamento del Biodistretto, la costruzione partecipata del marketing e del branding territoriale per aumentare e qualificare l’offerta e la domanda turistica, l’ampliamento della proposta culturale.
Francesco Fravolini