Dagli Stati Uniti potrebbe arrivare anche in Italia il nuovo contraccettivo maschile a base ormonale, il Dmau ̶ dimetandrolone undecanoato. Una nuova promessa scientifica, disponibile sul mercato tra qualche anno, che potrebbe rivoluzionare il settore della contraccezione maschile, attualmente incentrata principalmente su utilizzo del profilattico, vasectomia, coito interrotto, gel topici o astinenza periodica.
Dal famoso 9 maggio 1960 l’utilizzo della pillola è sempre stata una preoccupazione “in rosa” di esclusivo appannaggio femminile (con conseguenti preoccupazioni: «Ho dato di stomaco prima che siano passate le fatidiche quattro ore dall’assunzione, l’avrò assorbita?»), ma dai primi test condotti su 83 uomini di età compresa tra i diciotto e i cinquant’anni, l’utilizzo della nuova pillola maschile sembrerebbe essere un’eventualità realizzabile (congresso di Chicago Endo ̶ marzo 2018).
Attualmente i centri di sperimentazione del farmaco, diffusi in Italia, Inghilterra, Germania, Australia ed India, parlano di «Risultati promettenti» e gli uomini che lo hanno volontariamente provato in fase di sperimentazione, ne attendono la messa in commercio ritenendolo valido e sicuro.
Il farmaco, come nel caso della pillola femminile, è costituito dalla combinazione di due ormoni (progestinico e testosterone) ed è in grado di causare il blocco reversibile degli spermatozoi che scomparirebbero in maniera definitiva dall’eiaculato.
In media è stato stimato che questa condizione viene raggiunta dopo circa dodici settimane dall’inizio della somministrazione farmacologica ̶ tempi più lunghi, dunque, rispetto a quelli della pillola femminile, ma una probabile ed auspicata parità a livello di efficacia.
«Potrò ancora avere figli dopo l’utilizzo del Dmau?»
La risposta è ovviamente affermativa, gli spermatozoi entrano semplicemente in uno stato «di sonno e blocco temporaneo» che impedisce loro di moltiplicarsi durante l’assunzione (orale) del contraccettivo.
Nonostante, come il suo corrispettivo femminile, il Dmau non protegga dalle malattie sessualmente trasmissibili, gli effetti collaterali legati all’assunzione del medicinale sono molto pochi, tra di loro non si riscontra nemmeno il tanto temuto “calo del desiderio sessuale maschile”. In merito all’argomento soltanto il 23% delle donne si mostra entusiasta della scoperta, e tra la perplessità delle più, il 36% teme addirittura una sicura, e forse già appurata in altri contesti, dimenticanza di assunzione da parte del partner.
Ambra Belloni