James Hook. Il pirata che navigò in cielo di Mario Petillo racconta la vera storia di Capitan Uncino, osservandola da una prospettiva originale rispetto a quella utilizzata nella vicenda con protagonista Peter Pan. Capitan Uncino, al secolo James M. Turner, è sempre stato rappresentato come il cattivo nella storia del bambino che non voleva crescere, un antieroe un po’ folle, mosso dal desiderio di sconfiggere il suo nemico perché a causa sua aveva perso la mano destra, e si era ritrovato un pericoloso coccodrillo alle calcagna. In questo romanzo si offre invece uno sguardo più approfondito sulla figura del Capitano James Hook, e soprattutto sulle vere motivazioni che l’hanno portato a diventare il villain che tutti noi conosciamo. L’opera si apre su un bel dialogo tra Hook e Spugna, arenati con la nave Jolly Roger sull’Isola che non c’è. A differenza della classica figura esuberante del Capitano, qui troviamo un uomo stanco, disilluso, immobile. Nella loro conversazione i due amici di vecchia data si confrontano su ciò che deve essere fatto e su ciò che si rischierà: “costruiamo il futuro ripartendo dal passato”, afferma Hook, e da questa frase prende vita una storia che torna indietro alla sua giovinezza rubata. E si scopre che lui non è malvagio perché è nato così, ma perché ha patito innumerevoli sofferenze: James è un ragazzo con una grande passione per la cultura; amante di Shakespeare e di Milton, studia nel prestigioso collegio di Eton, finché i suoi sogni vengono strappati a quattordici anni proprio da Peter Pan, il ragazzo ossessionato dall’eterna giovinezza, che lo rapirà e lo porterà sull’Isola che non c’è. James riesce dopo tanto patimento a scappare e a tornare alla realtà, ma ormai la sua vita è segnata. Il rancore gli monta dentro sempre più forte, la consapevolezza di aver perduto tanto è un tarlo che lo assilla. Trascorrono gli anni e assistiamo all’incontro tra James e il famigerato pirata Edward Teach, passato alla leggenda con il nome di Barbanera. A questo punto l’autore contestualizza storicamente la vicenda di James M. Turner per renderla ancora più coerente: siamo nel Settecento, il secolo che vede la nascita della pirateria moderna, e un nuovo Capitano sta per prendere il largo: James Hook. Nel suo furente desiderio di riscatto, nello scontro finale con la sua nemesi, egli diventa il simbolo della relatività del male: alla fine non possiamo affermare con certezza chi sia davvero il cattivo tra Peter Pan e Hook, ed è la vera forza di questo avvincente e originale romanzo.
Il Taccuino