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Sapere & Sapori

Come dimezzare i tempi di cottura

Alcuni secoli fa è stato messo a punto un modello di pentola che permetteva di dimezzare notevolmente i tempi di cottura. Questa pentola è così efficiente che è arrivata ai giorni nostri, con alcune piccole modifiche.

Si tratta della Pentola a pressione.

Questo tipo di pentola è antico, per quanto sembri moderno. Infatti il primo prototipo fu inventato nel XVII secolo dal fisico francese Denis Papin: si chiamava “digesteur” ma non ebbe grande fortuna.

Solo nel 1927 la ditta tedesca Silit lanciò sul mercato un suo modello e dopo la Seconda guerra mondiale la ditta francese SEB brevettò un modello perfezionato. A partire dagli anni Cinquanta ad oggi sul mercato nascono modelli sempre nuovi e tecnologicamente all’avanguardia.

La sua peculiarità sta nel dimezzare i normali tempi di cottura mantenendo integri sapore e principi nutritivi dei cibi.

Cucinare con la pentola a pressione permette di ridurre i tempi di cottura degli alimenti a due terzi o, in certi casi, anche alla metà. Ciò avviene perché la temperatura di ebollizione dell’acqua, grazie alla pressione del vapore trattenuto nella pentola, sale a 120°C rispetto ai 100°C della cottura tradizionale.

Per questo è ideale per cucinare piatti che prevedono una lunga permanenza sul fuoco come lessi, brasati, brodi vegetali e di carne, ma anche prelibati risotti in un terzo del tempo. Grazie alla scarsa evaporazione e al fatto che cuociono nel loro liquido, i cibi mantengono meglio il sapore originario e i principi nutritivi. 

Si possono cucinare piatti saporiti e sani usando meno sale e meno grassi. La cottura a una temperatura così elevata modifica alcune sostanze presenti nei legumi, rendendoli più digeribili e, grazie ai tempi di cottura molto ridotti, le vitamine deteriorabili con il calore si conservano intatte. Tutto questo con un notevole risparmio di tempo e gas e con benefici per la salute.

Ciò che la contraddistingue da una pentola tradizionale è lo speciale coperchio a chiusura ermetica che impedisce la fuoriuscita del vapore derivante dall’ebollizione dei liquidi versati all’interno del recipiente. Il vapore che si accumula fa aumentare la temperatura di cottura fino a 120°C (rispetto ai 100° sufficienti in condizioni normali) permettendo di ridurre a 2/3 i tempi di cottura dei cibi e in alcuni casi, anche della metà.

Sul coperchio sono presenti due valvole: la valvola di esercizio (si riconosce perché è quella rossa, più alta), chiamata anche di sfogo, che lascia uscire il vapore facendo diminuire la pressione in eccesso; la seconda, la valvola di sicurezza, entra in funzione nell’eventualità che quella di esercizio si sia inceppata od ostruita. In caso di pressione eccessiva, la valvola di servizio si alza e permette al vapore acqueo di fuoriuscire gradualmente emettendo il classico fischio.

Per distribuire meglio il calore ed evitare che i cibi si attacchino la maggior parte dei modelli ha il triplo fondo, con uno strato di alluminio a sandwich tra due di acciaio.

di Marino Ceci

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