Si chiama “The Arch.” ed è il film evento della giovane regista italiana, proiettato nelle sale cinematografiche con ADLER il 27, 28 e 29 settembre 2021. Alessandra Stefani è determinata, frequenta la New York Film Academy nel 2018; fonda, l’anno seguente, Scarabeo Entertainment, una casa di produzione cinematografica indipendente. A febbraio dello stesso anno, inizia le riprese, in quattro continenti, del suo primo lungometraggio.
“The Arch.” è il film evento di Alessandra Stefani, proiettato nelle sale cinematografiche con ADLER il 27, 28 e 29 settembre 2021.
La giovane regista italiana è determinata nel perseguire la sua passione per il cinema, frequenta la New York Film Academy nel 2018; fonda, l’anno seguente, Scarabeo Entertainment, una casa di produzione cinematografica indipendente.
A febbraio dello stesso anno, inizia, in quattro continenti, le riprese, che la tengono occupata fino a gennaio 2020, del suo primo lungometraggio, “The Arch.”
A febbraio 2020, insieme al suo team, partecipa allo European Film Market di Berlino per presentare il film “The Arch.” e altri due documentari, ora in fase di pre-produzione.
“The Arch.” è un racconto di scoperta di sé e rivelazione che fa eco al viaggio archetipico di un eroe (Dada) e ai suoi incontri quasi magici.
Dal punto di vista del protagonista, l’architettura è l’apparenza delle cose, il segno esteriore che rivela mentalità, abitudini sociali e visione del futuro.
Scoprire i modelli di architettura sparsi in tutto il mondo è anche un’occasione per conoscere le diverse espressioni culturali delle popolazioni.
Nel viaggio del protagonista principale, Dada, possiamo scoprire quelle differenze architettoniche che caratterizzano il pensiero culturale di una comunità. Il film diventa un momento di riflessione, per comprendere e conoscere le diverse sfaccettature che conferiscono identità culturale a un territorio.
La trama
Dada, un architetto italiano, si imbarca su un volo per l’Australia. Da questo luogo inizia un viaggio epico, attraverso quattro continenti, per parlare con importanti architetti che fungono da oracoli del nostro tempo, rivelando come il destino dell’umanità prenda forma attraverso il mezzo dell’architettura.
Queste conversazioni offrono a Dada nuove prospettive e sollevano anche nuove domande.
Dai grattacieli high-tech di Seoul alle antiche rovine di Teotihuacan, Dada espone le controversie nell’architettura del nostro tempo, sollevando domande fondamentali: gli architetti saranno in grado di adattarsi alle sfide di un pianeta più affollato?
Gli umani saranno in grado di costruire un futuro vivibile?
Nel tentativo di trovare risposte, gli architetti ci porteranno a riscoprire un significato perduto e ciò che conta davvero.
Francesco Fravolini