In più occasioni è stato sollevato da politici e associazioni il tema della legalizzazione della Cannabis. È stato finalmente depositato alla Cassazione un quesito che propone di intervenire sia sul piano della rilevanza penale sia su quello delle sanzioni amministrative, per ciò che concerne la cannabis. A proporlo, e depositarlo in Cassazione lo scorso 7 settembre, esperti, giuristi e militanti, da sempre impegnati contro il proibizionismo, coordinati dalle Associazioni Luca Coscioni, Meglio Legale, Forum Droghe, Antigone, Società della Ragione. A questi, si associano anche rappresentanti dei partiti +Europa, Possibile e Radicali italiani.
Le firme andranno raccolte dal 1° gennaio al 30 settembre dello stesso anno: sarà possibile sul sito www.referendumcannabis.it tramite firma digitale.
I promotori hanno ben chiaro i punti di forza della proposta. “Quello della coltivazione, vendita e consumo di cannabis è una delle questioni sociali più importanti nel nostro Paese. Un tema che attraversa la giustizia, la salute pubblica, la sicurezza, la possibilità di impresa, la ricerca scientifica, le libertà individuali e, soprattutto, la lotta alle mafie. Sono 6 milioni i consumatori di cannabis in Italia, tra questi anche moltissimi pazienti spesso lasciati soli dallo Stato nell’impossibilità di ricevere la terapia, nonostante la regolare prescrizione. Questi italiani hanno oggi due sole scelte: finanziare il mercato criminale nelle piazze di spaccio o coltivare cannabis a casa rischiando fino a 6 anni di carcere. Un dibattito che non può più essere rimandato e deve essere affrontato con ogni strumento democratico“, si legge in una nota dei promotori.
Entro la fine del prossimo anno, sapremo se saremo un paese più o meno liberale per l’uso della Cannabis.
Marino Ceci