Cosa fare concretamente durante l’emergenza Coronavirus? Le donazioni sono state e sono tutt’ora fondamentali per mandare avanti un ingranaggio fatto di lavoro e sacrificio, da parte di persone che lavorano in turno di 12 ore e forse anche di più. Cosa fare per queste persone che con coraggio affrontano un mostro senza volto ogni giorno, senza sosta? C’è bisogno di supporto, di vicinanza con i fatti, con la volontà. Proprio per questo la maison di moda si stanno muovendo in questa direzione, tra queste Armani sta facendo la sua parte. Difatti, dopo la grande donazione fatta, il gruppo ha deciso di convertire tutti gli stabilimenti produttivi italiani, dedicandoli esclusivamente alla produzione di camici monouso e di mascherine per gli operatori sanitari impegnati nell’emergenza. A comunicarlo è stato proprio il gruppo stesso, il quale dopo la cifra donata alla Protezione Civile e agli ospedali Luigi Sacco, San Raffaele, Istituto dei Tumori di Milano, lo Spallanzani di Roma, all’ospedale di Bergamo di Piacenza e della Versilia, sta facendo ancora di più.
Ma anche altre maison non sono da meno, come ad esempio Prada che sta producendo mascherine e camici in quantità industriale per il personale sanitario, proprio su richiesta della Toscana. La produzione è partita il 18 marzo e le consegne avvengono giornalmente, in modo da rifornire quotidianamente questi eroi con il camice. Gucci si è impegnata allo stesso modo con una donazione cospicua di 100mila mascherine e 55mila camici; da giorni inoltre, anche le sarte di Ermanno Scervino stanno lavorando incessantemente per la produzione di camici, cuffie e protezioni per il viso. Le maison di moda dunque stanno contribuendo attivamente in questa emergenza, tutte legate da un filo rosso che sta attraversando tutta Italia e diventa sempre più resistente; questa corda di speranza passa anche per l’Umbria dove il gruppo Brunello Cucinelli ha donato 3000 mascherine al personale sanitario. Complementare a questo processo, Bulgari in collaborazione con il suo partner per le fragranze, ovvero le ICR, acronimo di Industrie Cosmetiche Riunite di Lodi, ha avviato la produzione di migliaia di flaconi di gel igienizzante disinfettante per le mani in quantità industriali, destinato principalmente alle strutture ospedaliere e mediche, mediante il coordinamento governativo.
E questi sono soltanto alcuni esempi di solidarietà da parte del mondo della moda, un settore che dimostra come le priorità possano essere cambiate in qualsiasi momento, e mentre qualcuno continua imperterrito a non rispettare le disposizione ministeriali, altri, a prescindere dal ruolo che ricoprono nella società o il settore in cui si trovano, lavorano instancabilmente per tutta la comunità italiana.
Giulia Baldini