Chi visita Venezia non può non fare tappa a Burano e non rimanere affascinato dalle tante sfumature del colore delle sue case, caratteristica che l’annovera tra le 10 località più colorate del mondo.
L’isola di Burano, collegata a Mazzorbo da un lungo ponte di legno, s’inserisce geograficamente nel vasto complesso insulare denominato “laguna nord”. Avvicinandosi in vaporetto all’arcipelago, si percepisce già che si sta per arrivare in un luogo magico dove bellezza, natura e il brulicare della vita quotidiana si coniugano alla perfezione.
La leggenda narra che l’arcipelago fu abitato sin dal 639 d.C., da una popolazione in fuga dalle orde barbariche di Attila: gli abitanti di Altino, antica città romana del Veneto….
Prima di tale data in laguna l’uomo non esisteva ancora, e dove oggi possiamo vedere le casette colorate, gli orti, la maestosa cattedrale e i palazzi antichi, c’erano solo fango e acqua. A questi primi abitanti si deve il nome attuale di Burano, in riferimento ad una delle sei porte di Altino chiamata Boreana perché rivolta verso nord.
Passeggiare per le deliziose callette di Burano è una esperienza inebriante: ci si immerge nei colori che qui sono un vero stile di vita, una volta servivano a delimitare le proprietà. I pescatori, si narra desiderassero riconoscere da lontano la loro abitazione, ora con cadenza quasi annuale gli abitanti ridipingono le facciate delle loro case da cima a fondo, infissi compresi per mantenere le caratteristiche che rendono uniche questo piccolo centro.
Sull’ isola vale la pena perdersi, tra lenzuola stese, i silenzi e le urla di bambini che giocano, per raggiungere l’unica piazza , Piazza Galuppi dove si trovano piccoli negozi con gentili signore che invitano il turista più curioso ad entrare per ammirare la lavorazione del merletto a tombolo, la principale attrazione per quanto riguarda la manifattura artigianale …… arte, che a breve sarà inclusa nel Patrimonio Universale dell’Unesco.
In questa piazza troviamo concentrati tutti i punti di interesse culturale: la Chiesa di San Martino Vescovo, all’interno della quale troviamo, oltre a molte altre importanti opere, una famosa tela di Gian Battista Tiepolo e la Cappella di Santa Barbara. Sempre nella piazza troviamo il Museo del Merletto, il Palazzo del Municipio, il pozzo fatto interamente in pietra d’Istria e la statua di Baldassare Galuppi eseguita da Remigio Barbaro, noto scultore buranello.
Una delle visuali più belle delle case colorate che si estendono lungo le rive, è sicuramente quella che si ha dai “Tre Ponti”, un ponte in legno che congiunge tre rive. Da qui chi ama la fotografia potrà scattare bellissime fotografie panoramiche con punti di fuga multipli, e rendersi conto di quanto sia marcata la pendenza del campanile ormai per tutti “Il campanile storto”.
Se ci si trova a Burano all’ora di pranzo sarà molto piacevole una sosta in uno dei suoi ristoranti per assaporare il “ Risotto di Gò”, il Go o Ghiozzo è un pesce di laguna con il quale si fa un brodo speciale dentro al quale viene cotto il riso.
Ma se si passeggia sulle sue rive nel pomeriggio è obbligatorio fermarsi in pasticceria per assaggiare il “ Bussolà”, un tipico biscotto di pasta frolla ricco di burro, che comprende nell’impasto il rum a conferirgli un particolare sapore. Questo biscotto pare fosse preparato dalle mogli dei pescatori per affrontare lunghi viaggi in mare vista, la natura sostanziosa della ricetta.
Qui il modo di vivere è piacevolmente lento, e segue il dondolio delle acque della laguna e il rigore delle tradizioni e dei mestieri di una volta.
Ci sono due modi per visitare Burano: partecipare a un tour frenetico e tipicamente turistico oppure trascorrere una mezza giornata piacevole. Il mio consiglio, non ve ne pentirete, è di prendervi una pausa per poter assaporare quell’atmosfera senza tempo che qui si respira e magari riuscire a farsi contagiare dal modo di vivere, di chi ci abita piacevolmente lento.
Fontana Marisa Paola