A nord, verso Ferrara e Modena, si apre un paesaggio liscio e ordinato di campi, punteggiato qua e là di casolari contadini, borghi e piccole città. È uno scenario tipicamente rurale: questa zona, fin dall’epoca romana, è stata abitata e conosciuta per la sua ricchezza agricola.
Visitare Bologna coinvolge il turista. Quando usciamo dalle mura cittadine, la montagna, la collina, la pianura, le valli e i corsi d’acqua si inseguono in un ricco mosaico naturale. A nord, verso Ferrara e Modena, si apre un paesaggio liscio e ordinato di campi, punteggiato qua e là di casolari contadini, borghi e piccole città. È uno scenario tipicamente rurale: questa zona, fin dall’epoca romana, è stata abitata e conosciuta per la sua ricchezza agricola. Durante la sua storia, la pianura ha subito innumerevoli interventi di bonifica, tanto che il reperto principale che qui è possibile ammirare è proprio la conformazione del territorio: la divisione geometrica delle terre coltivate, che segue ancora le tracce dell’antica centuriazione romana e del riassetto territoriale settecentesco.
Tour nell’ambiente
Il turista che cerca itinerari naturalistici originali, la pianura bolognese offre molte occasioni: per i più dinamici sono da consigliare le escursioni in bicicletta oppure a piedi lungo il fitto percorso dei canali e dei torrenti, alla scoperta dei suggestivi edifici rurali della tradizione emiliana e delle ville gentilizie, le residenze di campagna della antica nobiltà cittadina. Nonostante la forte presenza dell’uomo, è ancora possibile incontrare in queste zone molte specie di uccelli e rettili e, in prossimità dei corsi d’acqua, anfibi e pesci d’acqua dolce. La conformazione ambientale della pianura è costituita soprattutto di spazi coltivati, a cui si affiancano alcuni grandi parchi intorno alle ville patrizie, ornati da alberi e piante pregiate. Esistono alcune zone protette di flora spontanea, soprattutto intorno ai principali corsi d’acqua, come il Bosco della Panfilia o Foresta di Sant’Agostino. Il bosco si sviluppa lungo le rive del Reno, ai confini di Galliera, e conserva la ricca vegetazione originaria di farnia, frassini, pioppi bianchi, fragola, sanguinella e prugnolo; in prossimità delle rive fluviali si apre in un tipico ecosistema di palude, caratterizzato da canneti, giunchi e vegetazione acquatica.
La gastronomia
La civiltà gastronomica ha origini antiche, cominciate probabilmente nella romanità. Tra un’escursione e l’altra, su tutta la provincia vale la pena di dedicarsi alle innumerevoli varianti locali dei piatti più tipici della regione. Nei primi trionfa la sfoglia: i tortellini e la pasta ripiena, nella classica versione in brodo; garganelli, maccheroni, tagliatelle e lasagne sia bianche, sia verdi al ragù e, soprattutto in montagna, con funghi o tartufi. Ugualmente caratteristico e gustoso è il fritto misto assortito, generalmente a base di verdure sposate con altri ingredienti fantasiosi (crema, cervella), il maiale in tutte le versioni, dal prosciutto alla salsiccia fino alla braciola, magari in compagnia delle crescentine, i pani aromatici, e piatti che in ogni paese hanno un nome e una ricetta speciale. Con le crescentine si sposano a meraviglia anche i diversi formaggi locali. Una sorpresa gradita in pianura: ottimi piatti di pesce fresco e prelibate rane, grazie ai molti vivai e corsi d’acqua della zona.
Francesco Fravolini