Il settore primario del territorio vanta un paniere variegato e ricco di produzioni premium con blasonati riconoscimenti DOP (OEVO Tuscia, Canino), DOC (vini Est! Est!! Est!!! di Montefiascone, Canuleio di Bolsena, Cannaiola di Marta e Aleatico di Gradoli)
Il Biodistretto di Bolsena è composto da 18 municipalità, una superficie di oltre 1000 km2, una comunità di poco inferiore alle 60.000 persone. Il settore primario del territorio biodistrettuale può vantare un paniere variegato e ricco di produzioni premium con blasonati riconoscimenti DOP (OEVO Tuscia, Canino), DOC (vini Est! Est!! Est!!! di Montefiascone, Canuleio di Bolsena, Cannaiola di Marta e Aleatico di Gradoli) e IGP (Patata dell’Alto Viterbese), cui si aggiungono numerosi prodotti di nicchia rinomati e prelibati (lenticchia di Onano, aglio rosso di Proceno, coregone di Bolsena, asparago verde di Canino, pomodoro Scatolone di Bolsena). Le altre attività del settore primario (agricoltura, allevamento, selvicoltura e pesca) sono rappresentate alla vocazione dell’area, grazie alla naturale fertilità dei suoli vulcanici e al clima temperato meso-mediterraneo. I seminativi prevalgono sulle colture arboree, nonostante un recente aumento degli impianti corilicoli specializzati. La zootecnia è un comparto economico ampiamente rappresentato sul territorio, con gli avicoli seguiti da ovicaprini, conigli, bovini, equini, suini e bufalini. Sono da considerare i prodotti della pesca e quelli da raccolta spontanea in ambiente forestale (frutti di bosco, asparagi, funghi e tartufi). È un paesaggio agroforestale, quello del Biodistretto del Lago di Bolsena, ricco di gradienti ecologici, biodiversità e tradizioni culturali, tanto che non sorprende essere esso stesso incubatoio di innovazione ed impresa diffusa. È in questa chiave che si può interpretare la forte tendenza alla diffusione dell’agricoltura biologica e, comunque, al recupero delle buone pratiche scientificamente basate sulla disciplina agroecologica e tendenti a forme di agricoltura conservativa e migliorativa. Una proporzione di uso del suolo in biologico superiore al 20% della SAT è indice della forte tendenza della comunità del Biodistretto a percorrere una strategia ben precisa, volta a massimizzare l’efficienza d’uso delle risorse ambientali nel pieno rispetto dei valori fondanti dell’agricoltura biologica: benessere, ecologia, equità e precauzione.
La sfida del Biodistretto
Nella zona del Biodistretto di Bolsena sono protagonisti cittadini, agricoltori, operatori economici, associazioni e amministrazioni pubbliche nella gestione del territorio in modo ecologicamente sostenibile e responsabile. L’obiettivo è quello di tutelare il lago di Bolsena perché è una grande risorsa per il futuro. La sfida è trovare soluzioni che possano rafforzare l’equilibrio del territorio, al fine di individuare soluzioni adeguate con le amministrazioni locali, le organizzazioni professionali, le associazioni del territorio, i cittadini impegnati. Si tratta di una grande opportunità di sviluppo per tutti i settori dell’economia, della cultura e della vita pubblica. L’agricoltura convenzionale può avere un impatto nocivo sulla salute del lago, nell’apportare nutrienti e inquinanti.
Cosa coltivare nel bacino del lago
L’agricoltura nel bacino del lago di Bolsena è molto varia: oliveti, vigne, campi di cereali e di piante da foraggio ne caratterizzano il paesaggio. La coltivazione di ortaggi è distribuita un po’ ovunque mentre gli impianti vivaistici si trovano maggiormente a nord e a est del lago. Le piantagioni di noccioleti sono in espansione. Sebbene da tempo in diminuzione, sono tuttora presenti alcuni allevamenti zootecnici. I diserbanti e i fitofarmaci presentano una grave minaccia per la flora e la fauna del lago e per la loro biodiversità e sono una delle cause della diminuzione della vegetazione lacustre tipica. È fondamentale favorire lo sviluppo di metodi di coltivazione eco-sostenibili che, riducendo l’impatto ambientale, contribuiscono al risanamento dei terreni e alla tutela del lago.
Francesco Fravolini