Il muro di contrasti tra Russia e Italia si ripercuote anche nel settore dell’arte e dei musei dei “paesi ostili” come definiti dalla russia.
Il ministero della Cultura russo ha richiesto la restituzione di tutte le opere date in prestito all’estero e una circolare del ministero della Cultura italiano ha sancito la sospensione con effetto immediato di tutte le attività relative all’iniziativa ‘Anno incrociato dei musei Italia-Russia’”, che prevede anche la cessazione di tutte “le attività di promozione culturale istituzionale come partnership e collaborazioni in corso.
Nella lettera del direttore dell’Ermitage Mikhail Piotrovsky, si legge: “In base alla decisione del ministero russo della Cultura tutti i prestiti in essere devono essere restituiti dall’estero alla Russia e come sapete l’Ermitage è un museo statale che dipende dal ministero della Cultura pertanto dobbiamo riprendere gli oggetti dell’Ermitage esposti a Palazzo Reale nella mostra ‘Tiziano e l’immagine della donna. Capisco perfettamente che questa decisione vi creerà grande dispiacere ed inconvenienti e spero nella vostra comprensione”.
Pertanto a dover fare ritorno in patria russia sono varie opere, tra cui la ‘Giovane donna con cappello piumato’ di Tiziano, esposta alla mostra di Palazzo Reale ‘(Tiziano e la figura della donna veneziana nel ‘500’), la Giovane donna di Pablo Picasso, fulcro della mostra dedicata al dipinto del 1909, mai finora esposto in Italia presso la Fondazione Fendi di Roma. Tante altre sono le opere che dovranno essere restituite.
La richiesta è peraltro a doppio senso.
Infatti da Mosca, hanno fatto recentemente ritorno a Milano i 26 inestimabili capolavori della collezione Mattioli, dichiarata indivisibile e insostituibile dallo Stato italiano nel 1973, con la firma di autori come Boccioni, Morandi, Balla, Severino che sono stati il nucleo centrale di due mostre organizzate in Russia per l’anno dei musei: prima al museo Russo di San Pietroburgo e poi al museo Puskin di Mosca. Da lì le opere sono rientrare al museo del Novecento a Milano.
I conflitti si ripercuotono su tutte le sfere della società, inclusa quella delle forme di espressione, e si spera che in questo caso l’arte non subisca danni.
di Marino Ceci