Arisa nei mesi scorsi aveva fatto parlare di sè per alcune frasi sul rapporto uomo-donna
Quando apparve per la prima volta, sul palco dell’Ariston di Sanremo nella sezione delle nuove proposte, qualcuno pensò che quella strana ragazza fosse un’ attrice comica pronta a fare uno sketch. Arisa, nel febbraio 2009, attraverso lo schermo della Tv, entrò nelle case degli italiani indossando due grandi occhiali dalla montatura nera, proponendo un rossetto rosso corallo. Iniziò a parlare con una voce stridula e furono molti a pensare, “ma questa da dove arriva?”. Attirò subito grande simpatia, con quell’aria incantata, un po’ da bambina e un po’ da secchiona degli anni settanta.
Quando iniziò a cantare si capì subito che quella era una ragazza destinata a sbaragliare, insomma, un’artista vincente. Infatti, con “Sincerità”, vinse subito la gara dei giovani al Festival.
Rosalba Pippa, in arte Arisa, nasce a Genova il 20 agosto 1982, poco dopo si trasferisce con i suoi a Pignola, un paese in provincia di Potenza; Arisa ricorda il nome di qualche dea della mitologia, ma lei svela subito il segreto del proprio marchio artistico: “è l’acronimo famigliare di Antonio (papà), Rosalba (io stessa), Isabella (mia sorella più grande), Sabina (mia sorella più piccola) e Assunta (mia madre)”. Un po’ come dire: quando canto è come se cantassero tutti con me.
Nel 2009, pochi giorni dopo il suo successo a Sanremo-Giovani, quasi per scaramanzia, commentava così il fatto di essere diventata in pochi giorni, anzi, in poche ore, un vero personaggio televisivo: “prima del Festival non ero mai stata di fronte ad un pubblico in Tv, ora invece sono sempre davanti alle telecamere, non vorrei che la gente finisca di stufarsi di me”.
La giovinezza di Arisa, anzi di Rosalba, è stata caratterizzata dall’ambiente contadino del proprio paese lucano; si diploma al Liceo Pedagogico, subito dopo, a 19 anni, decide di traferirsi a Milano, per freequentare l’università, scienze internazionali: “in realtà volevo andare via dal mio paese, che mi stava stretto”.
Ma all’università il primo esame in calendario non le va bene, uno stop che le farà prendere la decisione di mettere il sogno della laurea in un cassetto.
Arisa è sempre con la testa altrove, nella musica però si da da fare, si impegna, vuole migliorare: ma c’è da mantenersi economicamente, così entra a lavorare in un supermercato, poi in un bar, poi ancora come impiegata nell’officina meccanica di un cugino. Entra nello staff di LoolaPaloosa, un locale di Corso Como a Milano.
Poi decide di tornare a Pignola, dove prende l’atttestato di estetista e svolge questo mestiere.
Nel 2008 vince il concorso canoro SanremoLab, acquisendo il diritto di entrare nella finale delle nuove proposte al Festival.
L’anno dopo, in compagnia del Trio “Le sorelle Marinetti”, è sul palco dell’Ariston con la canzone “Malamoreno” dove arriva nona.
Ha partecipato ancora a diverse kermesse sanremesi, vincendo l’edizione del 2014 con “Controvento”.
Le sue canzoni hanno sempre ottenuto qualche premio: “premio della critica- Mia Martini”, “premio Assomusica”, “premio sala stampa”…, consacrando una carriera artistica tutta in discesa, anche se Arisa ha più volte confidato la fatica a reggere il successo.
Nel corso degli anni ha cambiato più volte il look nel presentarsi al pubblico: abbiamo visto l’Arisa collegiale castigata, l’Arisa sex symbol, l’Arisa spensierata e leggera, quella aggressiva, quella cupa e riflessiva. Mai però abbiamo trovato un’Arisa noiosa o banale.
Fin qui, nella sua carriera, ha registrato dieci album, sette in studio, uno dal vivo e due raccolte. L’abbiamo vista attrice in sei film, ha doppiato in quattro lavori di animazione, tra cui “Cattivissimo Me” e “Lilli e il vagabondo”, ha partecipato ad innumerevoli trasmissioni televisive, tra cui “Victor Victoria-niente è come sembra”, “X factor”, “Amici”, “Il cantate mascherato” e “Ballando con le stelle”.
Ha vinto quattordici riconoscimneti artistici: oltre ai successi del Festival, citiamo il Premio Lunezia e il Wind Muisca Award.
Ha trovato pure il tempo per scrivere due libri, “Il paradiso non è un grachè” e “Tu eri tutto per me”.
Recentemente ha fatto parlare di sé per la frase pronunciata in una trsmisisone Tv: “in amore una può anche decidere di essere schiava, in passato la sono stata, perchè mi rendeva felice”.
Più che una visione retrogada del rapporto uomo-donna, l’abbiamo intesa come la libertà assoluta di amare chi si vuole e come si vuole.