Antonio Cardarelli, nato il 29 marzo 1831 a Civitanova del Sannio e morto a Napoli l’8 gennaio 1927, è stato uno dei più grandi e famosi medici italiani. Di questi tempi, d’altronde, un personaggio ideale da ricordare.
La fama della sua bravura era tale che la stessa Matilde Serao, grande scrittrice e giornalista, scriveva di lui “Tutta la gente lo chiamava, l’invocava, gli tendeva le mani, chiedendo aiuto, assediando il portone, le scale, la sua porta… con la pazienza e la rassegnazione di chi aspetta un salvatore“. Un vero e proprio guaritore, passato alla storia per il suo “Occhio clinico”.
Il campo di “specializzazione”, se così vogliamo chiamarlo, di Cardarelli era la semeiotica, ossia la disciplina che studia i segni e i sintomi delle malattia. Una disciplina che molto deve a Cardarelli, il cui nome è associato a a 16 segni clinici legati a diverse malattie: aneurisma, tumori alla pleura, echinococco del fegato e molti altri.
Questi segni clinici, questi segni che permettono di riconoscere la malattia portano il suo nome perché lui li ha scoperti, ma come? Semplice, attraverso lo studio e il rigore scientifico. Un ragionamento deduttivo e diagnostico degno del più grande dei detective, coadiuvato da un carattere e une metodologia di osservazione dei malati calma, rilassata e sistematica.
L’occhio clinico di Cardarelli, all’epoca, era una leggenda, riuscendo a diagnosticare semplicemente guardando i pazienti. Si, sembra quasi il personaggio di un medical drama in stile Dr. House, ma non è così. Con questa sua abilità riusciva a diagnosticare malati gravi a persone che sembravano sane.
Una facoltà quasi magica, che le persone dell’epoca non persero occasione per additare come “miracoloso”, favorendo solo la fama del medico. D’altronde, alcuni dei casi riportati da Di Nardo, uno dei suoi biografi, erano davvero al limite del miracoloso: la diagnosi di tubercolosi fatta ad un cantante dopo averlo sentito cantare e la diagnosi di un aneurisma ad un pescivendolo dopo averlo sentito gridare per strada.
Tumori, aneurismi, malattia del sistema nervoso e del cuore. Cardarelli studiò diversi campi della medicina e i suoi studi sono sfruttati ancora ai giorni nostri.
Chissà cosa avrebbe potuto fare se fosse stato qui, oggi.
Domenico Attianese