Secondo una ricerca cinese il coronavirus dovrebbe provocare una reazione immunitaria sviluppando anticorpi in grado di garantire l’immunità dal virus, si ipotizza per sempre. Le eventuali ricadute, infatti, sarebbero dovute a casi isolati in cui, in persone più deboli, il virus non è stato debellato del tutto. In ogni caso, si tratta ancora di ipotesi non verificate al 100%, ma, intanto, ci sono altre buone notizie dal punto di vista della lotta contro il covid 19.
Tuttavia, come dichiarato da Francesco Le Foche, ai microfoni di Rai Radio 2, ci sono importanti novità, per quanto non sia ancora certo che il virus permetta lo sviluppo di anticorpi di protezione:
“Ci sono dei progressi importantissimi, come per esempio l’anticorpo chimera, il cui nome tecnico è 47d11, un anticorpo un po’ particolare che ci dice essere sicuramente neutralizzante. Questa è una notizia importante. L’università di Utrecht, in Olanda, ha pubblicato su Nature di aver sviluppato un anticorpo monoclonale. Un anticorpo fatto in laboratorio che si può riprodurre continuativamente.”
Questo nuovo anticorpo artificiale, come chiarito dallo stesso Le Foche, si lega agli arpioni del coronavirus e gli impedisce di agganciare la cellula, bloccando la sua diffusione. Per questo si tratta di un anticorpo neutralizzane, non di un vaccino, studiato già ai tempi della Sars, ma mai utilizzato in quanto la malattia sparì senza diffondersi troppo.
Si tratta, tecnicamente, di immunoterapia passiva, come lo è anche la cura con il plasma. Solo che, in questo caso, si tratterebbe di una terapia molto più economica e facilmente replicabile. Se fosse necessario.
Domenico Attianese